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1992, la serie tra fiction e realtà

da 3 Apr 2015Culture

1992-SKY1992. Io non ero neanche nato nel 1992.
Ricordo ancora il giorno in cui sbirciando nella libreria di casa vidi un libro enorme. Un mattone dal nome ambiguo: Mani Pulite. A quel tempo la mia conoscenza sull’argomento era quasi nulla. Oggi ci ha pensato Internet.

Mani Pulite è il termine con cui viene denominata una stagione degli anni ’90 caratterizzata da una serie di indagini giudiziarie, condotte nei confronti di esponenti della politica, dell’economia e delle istituzioni italiane. Dall’inchiesta viene alla luce Tangentopoli, un sistema di corruzione e concussione nel mondo politico e finanziario italiano.

Sul caso di mani pulite si basa “1992”, la nuova serie trasmessa da Sky e prodotta in collaborazione con Wildside, in onda da martedi 24 marzo.

Ed è proprio con una tangente che si apre il primo episodio. Con una tangente che viene buttata nello scarico del gabinetto dall’ing. Chiesa, mentre sta per essere arrestato da una squadra della polizia, capitanata dal giudice Antonio Di Pietro.

Tutto inizia da qui. Soldi gettati via come fossero caramelle. Un inizio folgorante, che riesce subito a catapultare lo spettatore nella realtà e nella mentalità dell’epoca. Un inizio da grande serie Tv.

L’idea di intrecciare questa triste parentesi del nostro paese con personaggi inventati e storie originali è di Stefano Accorsi, che interpreta uno dei protagonisti: Leonardo Notte, pubblicitario ed esperto di marketing, che ottiene un lavoro in Publitalia, l’azienda pubblicitaria di Fininvest, grazie a Marcello dell’Utri. I filoni narrativi sono diversi, avvincenti e sicuramente destinati a scontrarsi tra di loro. I protagonisti della serie sono costruiti molto bene: dal disoccupato fannullone che entra nella lega, alla ragazza che sogna un futuro in tv fino al poliziotto tormentato dai demoni del passato o all’imprenditore senza scrupoli. Un perfetto quadretto della società di quegli anni, sempre alla ricerca del profitto personale e totalmente priva di buonsenso.

L’intera serie assomiglia a una docufiction, intrecciando finzione e realtà, e per adesso tutto sembra funzionare. Già dalle prime puntate il risultato è buono e potrebbe diventare eccezionale.

Le serie tv, soprattutto all’estero, sono ormai diventate prodotti di qualità cinematografica e “1992” raggiunge un buon livello anche nella realizzazione: la regia è audace, particolare, e non si cade mai nella trappola dell’inutile virtuosismo. L’atmosfera della Milano degli anni ’90 è coinvolgente e la città viene mostrata “colorata” in modo perfetto da una fotografia di livello sorprendentemente alto. La sceneggiatura è quasi impeccabile e le si deve riconoscere il merito di rendere la vicenda fruibile anche a chi non ne sa molto come me. La serie è arricchita, inoltre, da un cast di alto livello ed è stata valutata così bene da essere trasmessa in contemporanea anche in Francia, Spagna e Inghilterra.

Il progetto è una trilogia: ogni stagione della serie racconterà le vicende avvenute in un determinato anno: 1993 e 1994 saranno i prossimi capitoli, andando così a coprire per intero Mani Pulite e le sue conseguenze.
Non possiamo far altro che sperare che la serie conquisti ancora più successo negli anni a venire e che in Italia si producano sempre più serie di alto livello come “1992” o “Gomorra”. Magari stavolta trasmesse e prodotte dalle reti pubbliche.

Nel frattempo io mi accontento di questo nuovo gioiellino, anche se mi toccherà la solita attesa settimanale per le nuove puntate, che non usciranno mai troppo presto.
Anzi, per ingannare il tempo, credo di aver trovato qualcosa da fare…
Vado un attimo alla mia libreria. Devo cercare un libro.

Alessandro Perrone

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