Ammazzacaffè
Scriviamo cose, intervistiamo gente

Dormo o son desto? Riflessione sui viaggi astrali

da 27 Feb 2015Culture, Presente0 commenti

IMG-20150227-WA0042Se vi è mai capitato di stare stesi nel vostro letto, chiedendovi se state dormendo o no, sentendo come se steste perdendo in parte consapevolezza del vostro corpo, allora forse avete fatto quello che viene chiamato un “viaggio astrale”.

Lo stato di dormiveglia è da alcuni considerato una porta d’accesso verso esperienze spirituali particolarmente reali, ma dalla leggerezza simile a quella dei sogni, chiamate appunto “viaggi astrali”, o “OBE” (Out of Body Experience, esperienza fuori dal corpo). Consistono nella sensazione di uscita dal proprio corpo fisico, con possibilità di vedere persone sveglie che agiscono, o il proprio stesso corpo che dorme, o altri luoghi e città; si può volare, respirare sott’acqua, entrare in contatto con persone defunte, raggiungere altre epoche passate o future, incontrare altri esseri, o anche incontrare le proprie paure…

In realtà, secondo alcuni, per riuscire, durante il dormiveglia, a fare alcune di queste cose, è necessaria una preparazione tecnica di rilassamento e lucidità mentale, oltre a una propria personale sensibilità.
Prima di considerare le varie tecniche, però, bisogna cercare di capire razionalmente se ciò è davvero possibile.

Secondo due famosi ricercatori, Stuart Hameroff e Roger Penrose, la coscienza esiste non solo come meccanismo psicologico, ma com informazioni contenute in vibrazioni all’interno di alcune parti dei neuroni, i microtubuli. Queste vibrazioni sono quelle dei “quanti”, unità base della fisica quantistica, che consistono sia in onde che in particelle. Dagli studi è risultato che quando i microtubuli smettono di funzionare perché una persona muore, le informazioni che contenevano non possono andare perdute. Per alcuni, qui risiederebbe ciò che per secoli è stata chiamata “anima”.

Il viaggio astrale, però, non è l’uscita dell’anima dal corpo, ma un innalzamento del proprio stato vibratorio, che porta in luoghi e situazioni che hanno vibrazioni simili alle nostre.

Ci sono due tipi di tecniche per fare un viaggio astrale: dirette e indirette. In quelle dirette si passa dalla meditazione e dal rilassamento al sentirsi leggeri e liberi, per poi allontanarsi dal proprio corpo fisico consapevolmente. In quelle indirette, invece, si praticano quotidianamente alcuni esercizi prima di addormentarsi (es. visualizzare sempre uno stesso luogo nei dettagli, immaginarsi mentre ci si muove, soffermarsi su un particolare e tenue ronzio interno alle orecchie provando ad ampliarlo, etc.) che poi permettono, in genere dopo aver acquisito l’abitudine, di svegliarci nel mezzo del sonno con un senso accentuato di vibrazioni, così sensibili che è possibile allontanarsi dal corpo anche solo pensandolo.

Siamo sempre stati abituati a temere creature o vicende spaventose, o ciò che è diverso, estraneo, e spesso non ci accorgiamo che la paura limita la nostra libertà, per evitare di affrontare l’ignoto. In questo caso l’ignoto siamo noi stessi e le nostre potenzialità, ma, come dice Osho: “La meditazione non è altro che un tornare a casa, un semplice riposarsi un po’ all’interno del proprio essere.”

Sarebbe bello se ognuno di noi cercasse la propria casa, il proprio io, attraverso un piccolo tentativo di esperienza astrale… Potremmo scoprire cose di noi stessi che non conosciamo!

 

Nicole Luzzi

Ammazzacaffe blog

Ammazzacaffe blog

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ammazzacaffè è un laboratorio di comunicazione digitale che unisce studenti da tutta Italia in uno luogo virtuale dove scoprire, discutere e condividere informazione con uno sguardo sul presente dal futuro.

Altri articoli