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Final Fantasy XV: “Luces et Umbrae”

da 29 Gen 2017Culture0 commenti

Da quando, il 29 novembre dello scorso anno, Final Fantasy XV ha fatto capolino in tutti i negozi di videogiochi del mondo, l’utenza sembra essersi divisa in due. È possibile infatti distinguere, scherzosamente, i cosiddetti “puristi” della saga, che sono cresciuti giocando al sesto e al settimo capitolo della serie, dai “nuovi arrivati”, che magari hanno solo occasionalmente giocato a Final Fantasy o persino iniziato proprio con questo quindicesimo capitolo. In linea di massima i primi hanno ritenuto Final Fantasy XV mediocre, commerciale e fin troppo semplice nelle meccaniche (come dar loro torto su quest’ultimo punto?), mentre i secondi sono rimasti colpiti da un mondo di gioco vastissimo e da un comparto tecnico a dir poco eccellente.

Dov’è dunque la verità? Questo breve resoconto della mia esperienza con il gioco tenterà di dare risposte il più possibile complete, così da far avvicinare (o allontanare) chiunque sia interessato a quello che, senza dubbio, è uno dei videogiochi più discussi e controversi degli ultimi anni.

Prima di iniziare, però, mi sembra doveroso chiarire le idee a chi non ha mai giocato un Final Fantasy in vita sua. Per godere dell’esperienza di gioco, è necessario aver giocato i precedenti capitoli?
La risposta è no. Ogni capitolo di Final Fantasy è ambientato in un mondo a sé stante, con personaggi e trame sempre diverse. Chiaramente sono presenti innumerevoli citazioni ai precedenti capitoli, ma non è necessario “scovarle” per comprendere la storia principale.

Un mondo in pericolo

Per porre fine al conflitto tra il regno di Lucis e l’impero di Niflheim, è stato deciso il matrimonio tra il principe Noctis (protagonista della storia) e la sciamana Lunafreya. Tuttavia, a seguito di un grave tradimento, l’impero lancia il proprio assalto contro la capitale del regno di Lucis e minaccia gli equilbri di pace nel mondo. In questo clima di tensione e pericolo, si sviluppa la storia di Noctis, l’erede al trono, che grazie all’aiuto di tre fidate guardie reali tenterà di rovesciare il regime di terrore imperiale agendo in incognito. La trama sembra promettere bene. In realtà, nelle mie prime 8 ore di gioco (ne ho impiegate 45 per terminare l’intera trama) ho avuto l’impressione che gli sceneggiatori non sapessero che strada prendere. C’è un mondo sull’orlo del baratro e una nascente dittatura volta a sovvertire gli ordini mondiali, ma il principe e le sue fidate guardie impiegano le loro giornate a pescare, a cercare pezzi di ricambio per la propria auto, a esplorare boschi e a preparare piatti deliziosi con i migliori ingredienti in circolazione. Tutto assume quindi una valenza quasi “surreale”, per non dire ridicola, e la magia creata nei minuti iniziali piano piano sembra perdersi. A metà del gioco la sceneggiatura si riprende, pur presentando innumerevoli errori e gravi buchi di trama dovuti anche alla travagliata fase di sviluppo del gioco: dieci anni di lavoro e diversi cambi di rotta dal punto di vista narrativo. Questo non vale da giustificazione per un prodotto lanciato sul mercato ancora incompleto.

Personaggi carismatici

Va però spezzata una lancia a favore del titolo. I personaggi principali, Noctis e i suoi tre amici Gladio, Ignis e Prompto, sono probabilmente uno dei migliori gruppi di personaggi dell’intera serie di Final Fantasy. Caratteri ben delineati, dialoghi realistici che sanno far ridere e anche commuovere (il finale del gioco è da premio Oscar, nonostante il mediocre intreccio) che mi hanno persino ricordato quel capolavoro che è stato Final Fantasy VI.

Comparto tecnico “da urlo”

E’ innegabile che Final Fantasy XV, graficamente ed esteticamente, sia uno dei migliori videogiochi degli ultimi anni e, qui voglio esagerare, forse dell’intera storia dei videogiochi. Animazioni eccellenti, filmati che non sfigurerebbero nemmeno in una sala cinematografica, colori accesi e cura minuziosa nei dettagli rendono il titolo un’esperienza a dir poco incredibile da giocare e guardare. Una migliore gestione della telecamera di gioco, che può dar problemi durante i combattimenti, avrebbe reso Final Fantasy XV vicino alla perfezione tecnica.

Un gameplay veloce e (fin troppo) semplice

Ciò che ha fatto storcere il naso ai fan di vecchia data di Final Fantasy è stata l’evoluzione del gameplay. Da “jrpg a turni” (gioco di ruolo giapponese a turni) si è passato a un gameplay volto più all’azione e alla rapidità, in cui la velocità conta più del ragionamento e della strategia. Un cambiamento già presente in Final Fantasy XII, ma che qui raggiunge il suo apice. È vero quindi che il gameplay è decisamente meno profondo e complesso dei precedenti e la difficoltà è ridotta praticamente a zero.

Tutto ciò lo rende il Final Fantasy più semplice in assoluto. In 45 ore di gioco e centinaia e centinaia di battaglie ho totalizzato solo un game over.

Una riflessione conclusiva

Final Fantasy XV oscilla costantemente tra ottime e pessime idee, realizzazione approssimativa e cura minuziosa dei dettagli, ma la verità è che raramente negli ultimi tempi un videogioco mi ha divertito così tanto e mi ha spinto a esplorarne ogni suo più piccolo anfratto e ogni sua meccanica segreta. Un Final Fantasy di luci e ombre, quindi. Starà a voi scegliere quali di queste prevarranno.

Leonardo Parisini

Leonardo Parisini

Leonardo studia al liceo classico e tra una versione e l'altra ama dedicare del tempo alla danza, alla musica, alla lettura e, "last but non least", ai videogames. In attesa di scegliere cosa fare del suo futuro, si diverte a scrivere articoli e recensioni.

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