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London calling #7

da 27 Feb 2016Creazioni, Culture0 commenti

Quando sembra che tu abbia raggiunto un equilibrio mentale e sentimentale, ecco lì che ti tornano in mente i suoi occhi.
Torna in mente come ti sentivi quando erano quegli occhi a guardarti.

Quante volte si trova una persona che è in grado di accertarci per ciò che siamo realmente? Io mi sto sulle palle da sola.
Sono di segno zodiacale della vergine e sono di una precisione tale che fa saltare i nervi perfino a me stessa. Come se non bastasse sono determinata in tutto ciò che mi interessa. Così determinata da prendere un aereo per Londra circa sei mesi fa.
Perché erano anni che lo progettavo.
Perché se fossi restata a Roma avrei sentito che sarebbe mancato qualcosa nella mia
vita; che avrei rinunciato a qualcosa che avrei voluto fare.
Quindi ho preso quel volo e sono partita, sapendo di andare incontro a tante cose. Tante quante quelle da cui mi stavo allontanando.
Come i suoi occhi, che mi tornano in mente ora che sento una canzone al pianoforte.
I suoi occhi che mandano in confusione il mio cervello tanto che non riesco a fare ordine mentre scrivo questo mare di parole.

Avete presente quando mangiate, sentite di non avere più fame, lasciate quel poco cibo rimasto nel piatto e vostra madre vi dice “ci sono bambini che muoiono di fame, il cibo non si butta, è una cosa sacra”?
Io sento come di aver lasciato un piatto ancora pieno e buono, cucinato con passione, per il quale è stato speso tempo e amore.
Era come se fossi già sazia e mi stessi sforzando di continuare a mangiare solo perché sapevo che probabilmente non avrei mai provato nient’altro di così buono.
E sento di esser stata una stronza perché ero consapevole di cosa avevo tra le mani, ma allo stesso tempo avevo capito di non provare più lo stesso desiderio rispetto all’inizio.
Se ci si sforza di fare qualcosa, non lo si apprezza come quando se ne sente davvero il bisogno. E allora servirsi di qualcosa non capendone il vero valore, non è spreco in egual modo?
Ho deciso perciò di non voler sprecare tutto quel bene.

Vi assicuro però che è difficile trovare la forza di levarsi da davanti gli occhi un piatto così buono. Da un giorno all’altro.
È difficile usare metafore quando vorrei dire che ciò che mi manca è il modo in cui mi facevi sentire. Ma ho scelto che non meritavi così poco amore in confronto a quanto eri tu.
Non so come ma in questi anni, ho portato avanti un amore con me stessa, che man mano è diventato sempre più grande e mi ha portato a scegliere per il mio bene prima di tutto.
E non è facile per un cazzo riuscire a scrivere nero su bianco queste parole, perché la maggior parte della gente che leggerà penserà che io sia egocentrica, ma è tutt’altro.
Perché non è una cosa che sono riuscita a scegliere.
Ciò che sono riuscita a scegliere è stato non mentirti.

 

Camilla Arbore

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