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P.S. – Cory Monteith

da 7 Mar 2018Creazioni, Culture0 commenti

Caro Cory,
la me di quattro o cinque anni fa ti direbbe che è distrutta… perché dire addio è difficile. La me del 2018, quella di adesso, può dirti tutto quello che sei stato e sei per me.

A tredici anni scoprii per caso una serie TV amatissima dagli adolescenti: Glee. Mi appassionai o, diciamo le cose come stanno, mi innamorai totalmente. Fu brutto però scoprire la sua esistenza tramite una notizia su Internet che parlava dell’attore protagonista trovato morto nella sua camera d’albergo, te. Cercai un po’ su Internet e decisi di iniziare subito a guardare questa serie. Finii velocemente di guardare tutte le stagioni.

Mi innamorai del tuo personaggio e, puntata dopo puntata, aumentò sempre di più il dolore che provavo sapendo che quella serie che mi aveva cambiata, o migliorata tanto, aveva perso uno dei suoi più importanti attori e personaggi. Ricordo ancora quando uscì l’episodio che annunciava la morte di Finn: fu straziante, doloroso, triste e commovente provare tutte quelle emozioni insieme. Ed è strano affermare che nella mia vita non ho mai versato così tante lacrime.

Sento un vuoto dentro quando mi capita di guardare qualche episodio o qualche semplice video su Internet dove ci sei tu. Sei stato accanto a me quando avevo tredici, quattordici e quindici anni. Poi? Sono cambiate tante cose. Sono cresciuta, ma è Glee che mi ha cresciuta. Mi ha aiutata a capire tante cose che adesso sono parte di me, sono dentro di me, come ci sei tu.

E ho ancora gli occhi lucidi quando parlo di te. E alzo ancora gli occhi al cielo quando penso a te. E piango ancora quando ti sento cantare, perché la tua versione di “I’ll Stand By You” è stata l’inizio del mio viaggio nella cultura musicale. Sei stato un punto di riferimento e non so come, né perché, ma in qualche modo riesci sempre a entrare nella mia vita anche quando sento che non ci sei più.

Non voglio parlare di come te ne sei andato perché io, in fondo, non ti conoscevo di persona. Ma in qualche modo, tramite Finn, sento di conoscerti un po’. Abbastanza per non dimenticarti mai. E il ricordo che ho di te non voglio che si rovini.
Grazie di essere stato Finn.

Ti ricorderò come l’inizio della mia adolescenza e ti porterò in un pezzo del mio cuore.

“La vita è troppo corta per essere seri.”

Margherita Agostini

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