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Tre buoni propositi

da 24 Mag 2016Creazioni, Culture0 commenti

penna1kVoglio proporvi una semplice lista di tre buoni propositi per il prossimo anno scolastico. So che siamo solo a maggio, ma come dice il mio professore di fisica dai capelli folti: “I compiti vanno svolti sempre il giorno in cui spiego l’argomento, se ci riuscite sarebbe meglio anche un giorno prima”. Ed eccomi qui, l’attuale anno scolastico non è ancora terminato e mancano circa quattro mesi all’inizio del nuovo. Scriverò dei miei fallimenti, delle mie conquiste in ambito scolastico e non solo.

Prima di iniziare vi voglio avvisare che i fatti che leggerete potranno essere autentici come il mio professore di fisica e le sue fantastiche citazioni o falsi come la sua folta chioma.

1. Essere costanti

Essere costanti è tutt’altro che semplice, sia in ambito scolastico che non. Da quest’anno frequento una palestra vicino casa. Durante i primi mesi mi ritrovavo cinque giorni a settimana lì dentro. Ormai io e i miei squat eravamo famosi, dato che non riuscivo a camminare in modo decente per quanto sforzavo le gambe. Ora mi ritrovo ad andarci due volte a settimana, se sono fortunato.
A scuola invece è sempre la pigrizia che rischia di tenerci lontani dallo studio, lasciando da parte la possibilità di poterci creare un personale bagaglio culturale. Ho sempre provato a mettere tutto me stesso nello studio, ma ogni tanto, purtroppo, mi sono lasciato andare anche io.
Per il prossimo anno tentiamo di applicarci nei nostri interessi, nelle nostre passioni, tentiamo di essere costanti, sia con i nostri impegni, che con noi stessi. Io proverò a mantenere costanza in palestra, a scuola e anche a partecipare a più riunioni con la redazione del blog, visto che ultimamente lo sto tralasciando, un po’ per via dello studio e un po’ per la mia scarsa competenza nella gestione degli impegni.

2. Più cultura generale

Parlo di cinema, arte, informazione, giornali, musica. Parlo di conoscenza. Conoscere cosa accade intorno a noi. Cosa ci circonda.
Durante quest’anno ho trovato sempre più difficile parlare con i miei coetanei. I loro unici discorsi si basavano su giochi, canzoni rap o house e partite di calcio. Riuscivo a inserirmi nel discorso solo quando si parlava della Roma, anche se subito dopo iniziavano a parlare di squadre di cui non comprendevo nemmeno il nome e mi rimettevo immediatamente le cuffiette. Tentiamo di aprirci anche agli interessi degli altri, tentiamo di confrontarci con altre persone e di espandere i nostri limiti, ma soprattutto tentiamo di informarci sempre di più, perché non c’è mai un limite al sapere. Proverò a leggere di più il giornale, dato che molto spesso lo ignoro completamente; proverò a essere più aperto ai vari generi musicali cercando di definire i miei gusti e, perché no, magari cercherò di seguire un po’ più il calcio.

3. Essere noi stessi

Innanzitutto, non facciamoci influenzare.
Ricordo che durante il periodo delle medie ero un ragazzo molto dolce e sensibile. Uno di quei ragazzini che non aveva mai detto una parolaccia e se la sentiva dire a qualcuno lo andava subito a denunciare a una persona adulta. Mi ritrovai in una classe dove il più del 50% degli alunni apparteneva alla sezione delle elementari più terribile dell’intera scuola. Ero molto preoccupato per il fatto di dover condividere l’aula con loro, quasi li temevo. In quell’aula trovai il mio migliore amico, con il quale condivido ancora il banco. Poi c’era un altro ragazzo, che proveniva della mia stessa classe delle elementari ed era il mio rompipalle di fiducia (scusate il francesismo, ma non c’è altro modo per descriverlo).Non potevamo essere amici, eravamo troppo diversi ma non avevo alcuna intenzione di non essere me stesso solo per rientrare nelle sue grazie. Da tutto ciò derivò una mia crescita personale, un cambiamento. Continuai ad andare avanti per la mia strada, senza farmi mettere i piedi in testa, e misi su quel bel caratterino che ancora mi porto dietro.
Non dobbiamo mai rischiare di farci influenzare da altre persone per sentirci accettati, ma dobbiamo tentare di vivere per ciò che siamo, non per ciò che vorremmo essere, tentando sempre di migliorarci, cambiando costantemente. Già quest’anno mi sono dato da fare da questo punto di vista, ma non c’è mai un limite a una crescita personale e cercherò sempre di migliorarmi.

Dunque, questi sono i miei tre buoni propositi per il prossimo anno. Forse potranno essere uno spunto anche per voi, oppure potreste semplicemente pensare “Vabbè, ma a me non me ne frega nulla dei tuoi buoni propositi”. Comunque, se ne avete voglia e tempo, e non pensate al “troppo studio”, magari prendete un blocco note, un telefono, un computer o un tovagliolo e scrivete quali possono essere i vostri tre buoni propositi per il prossimo anno. Mi raccomando, poi tentate di attuarli!
Perché come dice il mio professore di fisica dai capelli folti: ”È inutile scrivere i dati di un problema senza provare a risolverlo, ma solo per farmi contento”.

Angelo Ceppari

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