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Un fucile contro una matita

da 10 Gen 2015Culture0 commenti

1601132_915847951764340_8365072372623905909_n (1)Libertà. La diamo sempre per scontata.
Una persona è libera se vive in un paese libero.
Libera di camminare per strada, di parlare, di pensare, di fare satira.
Libera di disegnare.
La Francia è un paese libero, ma la variabile, il fattore fondamentale della libertà è l`uomo.
Siamo umani, siamo animali e l`uomo è il più crudele degli animali. Agiamo secondo istinti e convinzioni che possono essere sacrosante per noi e, allo stesso tempo, inspiegabili per altri. La libertà è una cosa altrui. Il concetto di libertà è astratto, volatile, e noi, come persone, possiamo decidere di rispettarlo o non rispettarlo.
Davanti a un fucile il concetto di libertà non esiste. Davanti a un fucile esiste solamente il cervello dell`animale che lo impugna e la sua testa agisce secondo istinti e convinzioni che possono essere, appunto, sacrosante per lui e, allo stesso tempo, inspiegabili per noi.
Come è inspiegabile morire per delle idee. O per delle vignette satiriche.
Forse a Parigi il 7 gennaio si trattava di semplice vendetta: “ucciderne uno per educarne cento”. Difendere la propria religione contro delle semplici vignette. Diventare dei martiri. Tutto nel nome di un Dio.
Qui, però, andiamo oltre ogni possibile ragionamento minimamente logico, se consideriamo anche la fuga, il loro complice, i blitz della polizia francese, gli ostaggi salvati, gli ostaggi morti, l`uccisione dei terroristi: il caos più totale.

Ed è inutile schierarsi contro o a favore delle vignette del Charlie Hebdo. Non ci si schiera contro o favore della satira, si può esprimere un parere soggettivo sul fatto che diverta o meno, ma non si può andare contro la satira. Non si può perché la satira racchiude in sé il concetto di libertà stessa. È una sua reincarnazione cartacea.
Quando in un paese sarà possibile fare satira senza venire minacciati o uccisi, allora quello sarà un paese veramente libero.
È anche vero che parlare ora è fin troppo facile.
Bisogna fare in modo che quelle dodici persone non siano morte per nulla. Bisogna continuare, anzi cominciare, a difendere la libertà tramite l`espressione della stessa. Esprimere le idee proprio come facevano quei disegnatori ogni settimana. Hanno espresso la loro libertà disegnando e alla fine hanno perso la vita per questo.
Per un semplice disegno.
Una matita puntata contro un fucile: cosa può un pezzo di carta contro un proiettile. Come può una vignetta difenderci.
Forse la libertà più che difenderla la si conquista. Forse non con una o con cento vignette, ma con un miliardo di vignette.
Se così fosse, prendiamo tutti una matita e un foglio, perché non ci resta che imparare a disegnare.

Alessandro Perrone

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