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24 fotogrammi – L’alieno diventato umano

da 16 Gen 2020Creazioni, In primo piano0 commenti

Bentornati con la nostra rubrica interamente dedicata all’analisi dei personaggi più carismatici del grande e piccolo schermo.

Stavolta parleremo del Dottore, il protagonista della serie fantascientifica più longeva di sempre, Doctor Who. Il personaggio è stato interpretato da diversi attori (rigorosamente britannici), 14 per l’esattezza, e ognuno a modo suo è riuscito a conquistarci, chi con la sua bontà, chi con la sua spensieratezza. Nel 2018 vi è stato il primo Dottore interpretato da una donna, la talentuosa Jodie Whittaker (Broadchurch), che ha preso il posto del meraviglioso Peter Capaldi. Ogni volta che un attore cambierà, vi sentirete a terra, persi ed è dannatamente giusto, ma vi ritroverete un nuovo Dottore pronto a tendervi la sua mano per aiutarvi. 

La serie nasce 56 anni fa nel Regno Unito. Ha come protagonista un vecchio alieno con due cuori, proveniente dal pianeta Gallifrey, capace di evitare la morte attraverso la rigenerazione, ovvero la completa trasformazione del corpo e della personalità, ma soprattutto è in grado di viaggiare nel tempo e nello spazio grazie al TARDIS, una macchina del tempo Gallifreyana più grande all’interno e con le sembianze esterne di una cabina blu della polizia inglese. Il Dottore ha l’aspetto di un essere umano, ma è infinitamente più intelligente, anche se questo non gli impedisce di sbagliare o anche semplicemente di continuare a imparare. Perché dopotutto è un eroe tragico, soffre ogni singolo secondo, dato che tutte le volte che chiude gli occhi rivede l’orrore di cui si è macchiato per salvare l’universo; e non parlo di qualche piccola morte machiavellica, ma dello sterminio della sua specie, tra cui miliardi e miliardi di bambini. Certo lo ha fatto perché i Signori del Tempo (la sua specie) erano diventati marci ed egoisti, ma ha pur sempre sulla coscienza le urla di tutte quelle anime morenti. 

Nessuno riuscirebbe mai a sopportare un peso di queste titaniche misure e, anche se sarà un’opera di pura fantasia, mostra perfettamente cos’è la vita, ovvero un insieme di scelte e non tutte sono felici, ma è proprio con quelle che non vorremmo mai prendere che riusciamo a tirare fuori la nostra forza, il nostro Io. 

In poco tempo, soprattutto grazie all’introduzione nella serie dei perfidi Dalek, la serie riuscì a diventare un vero e proprio fenomeno culturale di massa, soprattutto tra i bambini. Perfino la regina Elisabetta ne è una grande fan.

Il motivo di tutto questo successo ovviamente non dipende solo dagli alieni sopracitati, ma dalla forza del personaggio, e non parlo di forza fisica, dato che il Dottore cerca sempre di salvare l’universo utilizzando “solo” la sua intelligenza e la sua scaltra parlantina. Potremmo associare la sua figura a quella di un dio, che, come ogni buon dio greco che si rispetti, prova a essere umano.Tra tutti i pianeti del creato, che poteva considerare una seconda casa, scelse proprio la Terra, nonostante non sia il più pacifico o il più ricco. Semplicemente perché tra 7 miliardi di “budino cerebrati” c’è qualcuno per cui vale la pena sopportare tutti gli altri. Questo concetto è rappresentato da questa struggente frase: “Si può ben tollerare un mondo di demoni per amore di un angelo”. Perché l’altruismo non è solo un sacrificio, ma il vero significato dell’amore. 

Nelle sue avventure il Dottore è accompagnato da diversi companion (aiutanti), che riescono a farlo sentire nuovamente amato. Difatti se il Dottore rimanesse solo sarebbe capace di bruciare l’intero universo. 

Certo molti gli spezzano il cuore, ma gli insegnano ad andare avanti, perché questa è la grande metafora della serie: la vita è piena di orribili alieni pronti a volerci rovinare la giornata, ma bisogna imparare che nella vita non ci sono solo loro, perché ogni singola persona è importante. Tutti hanno un loro scopo, tutti devono riuscire a battere gli omini verdi, perché altrimenti ciò che accade è che cadiamo senza più rialzarci.

Altra lezione del caro alieno britannico è quella di aiutare sempre un bambino in lacrime, anche se sai che quel bambino in futuro sarà artefice di numerose atrocità. Il Dottore non è cattivo, è stato costretto a compiere atti imperdonabili, ma anche lui è un bambino col cuore in frantumi. Nella sua lunghissima vita ne ha viste di cose e non tutto era un’oasi nel deserto, ma nonostante ciò ha sempre aiutato il prossimo, senza mai voler neanche essere ringraziato. Semplicemente perché è giusto, perché è gentile. Non vuole che nessuno viva gli orrori che ha vissuto lui, anche se a volte è costretto a sacrificare se stesso.

Il suo nome ne è una prova (o meglio il suo pseudonimo, dato che se rivelasse il suo vero nome il destino dell’universo andrebbe in fiamme), perché deriva da una promessa fatta in passato: “Mai essere crudele o codardo e se lo sarai, cerca sempre di fare ammenda.” 

Redenzione, Rigenerazione, Perdono. Sono tutti sinonimi dell’andare avanti, anche se si ha il cuore spezzato o peggio ancora si è dilaniati dalla perdita di un nostro caro. Purtroppo rimuginarci sopra non cambierà mai le cose. Un po’ come il personaggio di Johnny Depp in “Arrivederci professore”, che, anche se ha scoperto di avere il cancro, se ne frega, perché è riuscito a prendere il controllo. Potremmo usare molte frasi da biscotto della fortuna per poter spiegare Doctor Who, ma alla fine le uniche due parole che userei per descriverlo sono: Noi stessi.

Riccardo Mariani

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