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Il costo della necessità

da 4 Gen 2021In primo piano, Presente0 commenti

L’assorbente per il ciclo mestruale che conosciamo oggi ha subìto delle evoluzioni  importanti nel corso dei decenni. Il primo assorbente adesivo monouso, che oggi è il più usato, risale al 1970. Prima della sua invenzione si usavano cinture con materiali assorbenti come il lino e successivamente il cotone. Oppure ancora, nel periodo delle Guerre Mondiali, le infermiere che lavoravano negli ospedali usavano avanzi e ritagli di bende chirurgiche per fabbricarsi gli assorbenti da usare durante il ciclo.

Il ciclo mestruale è sempre stato qualcosa da nascondere e le donne non potevano parlarne. A fine ‘800 e inizi ‘900 le cinture assorbenti non furono pubblicizzate a causa dei tabù e di conseguenza la maggioranza delle donne non ne venne a conoscenza. Anche se nel corso di decenni successivi i prodotti per il ciclo cominciarono a essere pubblicizzati, solo nel 1985 negli Stati Uniti fu utilizzata l’espressione “ciclo mestruale” in televisione.

Il sangue mestruale è uno dei pochi non scaturito da violenze o urti. È una necessità. Ancora oggi i prodotti mestruali fondamentali per le necessità richieste dal nostro corpo per un sano e naturale funzionamento non vengono riconosciuti come beni primari, bensì come lussuosi, come può essere un gioiello o una bottiglia di vino rosso, come se fosse nostra la decisione di averne bisogno o no.

Sono state diverse le proteste e manifestazioni attuate nel corso degli anni per riconoscere i prodotti mestruali come beni necessari, senza ottenere però un vero e proprio cambiamento comune al livello globale. In molti hanno riconosciuto questa assenza di cambiamento come disuguaglianza di genere, mancanza di preoccupazione per la sanità femminile, anche perché al contrario i rasoi per la barba sono riconosciuti come bene primario. Qual è la differenza tra un assorbente e un rasoio? Entrambi vanno a sopperire a richieste del nostro corpo a causa di un processo naturale e del tutto inevitabile, che non si può decidere, non si può controllare, che è indipendente da qualsiasi cosa. Non è una decisione. Non è una scelta. È un’esigenza. 

Questa esigenza fisiologica non si manifesta nelle tasse applicate su questi prodotti. L’IVA su un bene determina in percentuale l’essenzialità del bene. Si distingue (in Italia) in: 4% per i beni di prima necessità come pane, libri, occhiali da vista; il 10% per altri generi alimentari come la carne e le medicine; il 22% per i beni di lusso come i mobili, l’estetica, l’abbigliamento e tra essi figurano anche gli assorbenti, i pannolini e la carta igienica.

In Italia nel 2019 è stata proposta una diminuzione della tassazione sui prodotti per il ciclo mestruale dal 22 al 4% ma è stata accettata solamente per gli assorbenti biodegradabili, che sono però molto più costosi dei “normali” sintetici e meno reperibili. A oggi è più conveniente comprare un assorbente sintetico tassato al 22% che un assorbente biodegradabile tassato al 4%.

Una storia interessante è quella della Germania, in cui nel 2020 le tasse sugli assorbenti sono scese dal 19% al 7% grazie a una petizione che ha raccolto 200 mila firme. Prima ancora è stato lanciato sul mercato un libro dal nome “Tampon Book” ossia “Libro degli assorbenti”: si tratta di un libro di 46 pagine contenente 15 tamponi mestruali, questo perché i libri sono tassati al 7% mentre gli assorbenti al 19%. Inutile dire che il libro ha riscontrato molto successo.

Scozia, Regno Unito, Australia, Canada e Kenya. Sono questi i Paesi che hanno ascoltato le proteste e le numerose voci in piazza dei cittadini, dando a loro agevolazioni nei prodotti mestruali e riconoscendo quest’ultimi come beni di primaria necessità. La Scozia è stato il primissimo Paese a rendere i prodotti mestruali gratuiti: un’importante strada intrapresa dal Paese, una vera e propria riforma da libro di storia. Da novembre 2020 i prodotti per il ciclo mestruale sono accessibili gratuitamente in tutte le scuole, i licei e le università per chiunque ne avesse bisogno. Anche il Regno Unito a seguito della Brexit e con l’avvento del 2021 ha eliminato ogni tassazione sull’acquisto di assorbenti.

Nel gennaio 2018 un importante cambiamento è stato attuato anche in Australia: il Paese ha abolito la tassazione del 10% per i tamponi interni e gli assorbenti esterni, così da farli diventare beni di prima necessità, dopo anni di lotte politiche all’interno del Paese, perché non riconosciuti come essenziali per la sanità femminile. Precedentemente in Canada, nel 2015, l’abolizione delle tasse è stata attuata per assorbenti, tamponi e coppette mestruali. 

In Kenya è avvenuta una vera e propria rivoluzione, con la distribuzione gratuita di assorbenti per le studentesse keniane che precedentemente erano obbligate a prostituirsi per permettersi l’acquisto di questi prodotti, a causa della grave povertà del Paese. Per il 65% della popolazione keniota era un lusso, qualcosa di distante e troppo costoso, invece dal 2017 è un bene accessibile a tutti loro. 

Nei Paesi meno sviluppati la povertà sanitaria, e in specie la “period poverty” ovvero povertà mestruale, è un problema molto comune. A causa di ciò, i prodotti per il ciclo mestruale non sono completamente accessibili. Il Kenya ha abolito le tassazioni sugli assorbenti per eliminare questa difficoltà, prima fortemente presente nel Paese, così da garantire una situazione sanitaria migliore. 

Queste importanti agevolazioni da parte dei Governi di questi Paesi cambiano la concezione che si ha del ciclo, ovvero un processo riconosciuto come naturale e non come una vergogna, come qualcosa da nascondere. Altri Paesi che hanno eliminato l’imposta sugli assorbenti sono: alcuni Stati degli Usa, Colombia, Libano Sudafrica, Ruanda, India e Malaysia. Ma questo è solo un punto di partenza, possiamo fare di più, dobbiamo fare di più. 

Potrebbe sembrare che stiamo trattando questo argomento nel momento sbagliato ma in realtà è sempre il momento giusto per parlarne: le mestruazioni sono sempre argomento di attualità perché ci sono incondizionatamente. È una lotta che deve essere contrastata quotidianamente affinché venga riconosciuta (ironicamente) come diritto. Anche se in questo momento sembra passare in secondo piano, è proprio adesso, a causa della situazione sanitaria attuale che ha portato molte persone alla crisi, che dovrebbe essere più accessibile un bene di uso quotidiano.

Incuriosite da come potesse essere il pensiero di un uomo al riguardo, abbiamo chiesto al nostro collega di redazione Jonathan di esporre il suo punto di vista. Ecco cosa ha da dirci:

“Avere a disposizione gli assorbenti a mio parere non è tanto una necessità fisiologica, in quanto il corpo femminile fa quello che deve fare con o senza l’assorbente. Più che altro è necessario per mantenere il ritmo di vita che l’individuo ha normalmente nelle restanti settimane del ciclo mestruale. 

Da membro della società è anche nel mio interesse che una larga porzione di essa non venga debilitata per un sesto dell’anno (più o meno), non riuscendo a ricoprire a pieno il proprio ruolo data la mancata possibilità di spostarsi liberamente e avere qualsiasi altre difficoltà e disagi che si incontrano senza uno strumento che limiti il flusso del sangue mestruale. Da un punto di vista umano poi non posso che auspicare riforme che vadano a beneficiare un’importante fetta della comunità senza danneggiare nessuno, se non in maniera moderata e sostenibile le casse dello Stato. 

Come spero che un giorno anche i pannolini/oni, i quali a loro volta limitano la incontrollata fuoriuscita di fluidi dal corpo, siano forniti gratuitamente. Ritornando però a un discorso di mera efficienza della macchina sociale, la maggior parte dell’utenza che fruisce di questi prodotti, a differenza di quelli per il ciclo mestruale, è fuori dal mondo dello studio e del lavoro, quindi una mancanza di produttività non si presenta, e di conseguenza è giusto che sia una questione da trattare secondariamente rispetto alla distribuzione gratuita di prodotti mestruali.”


Se volete rimanere sull’argomento e farvi due risate vi proponiamo la visione di questo video:

The Jackal – Chi Ha PAURA del CICLO?


Michela Pronesti

Francesca Monti

Jonathan La Noce

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