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Roma può deludere

da 5 Gen 2019Culture, Presente0 commenti

“​Jep, Roma mi ha molto deluso!” Con queste parole vuote e pesanti si congeda il personaggio di Romano interpretato da Carlo Verdone, nel film di Paolo Sorrentino “La grande bellezza”.

Un attore a cui è stata risucchiata l’anima e l’amore. Un bel fiore estirpato da una società disgraziata e squallida che muta pur non cambiando affatto. Jep e Romano sono illuminati da una luce calda e romantica. Una scena molto toccante su cui ho riflettuto molto. Ma la vera domanda che mi pongo è: Roma è veramente in grado di deludere? Da cittadino che vive tutti i giorni ogni tipo di realtà della città, posso rispondere solo in un modo: No, Roma non è in grado di deludere.

Ce lo spiegano alla perfezione le parole del tedesco Goethe, che sebbene possano sembrare datate, sono moderne e attuali: “Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza […] Sì, posso dire che solamente a Roma ho sentito che cosa voglia dire essere un uomo. Non sono mai più ritornato a uno stato d’animo così elevato, né a una tale felicità di sentire. Confrontando il mio stato d’animo di quando ero a Roma, non sono stato, da allora, mai più felice”

Sicuramente, da quando Goethe è partito alla volta di Roma, nel suo “Viaggio in Italia”, la situazione è mutata parecchio, però credo che questa magia di cui parla l’autore sia rimasta intatta. È proprio a Roma che regna tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per vivere bene. Una storia forte ed importante, dislocata in semplici architetture o grandiosi monumenti che consentono di conoscere la nostra identità, e soprattutto consentono di conoscere la quintessenza della bellezza.

È tra i famosi Sanpietrini che è avvenuto il matrimonio tra sacro e profano, due tipi di valori in contrapposizione tra loro, ma che coesistono in equilibrio fin dai tempi di Romolo, regalando ai romani (e non) il nettare dell’umano e del divino. Terra di preghiera e risate, di canzoni e abbuffate. Non v’è poeta, artista, attore o regista che non si sia ispirato a tutta quella beltà che costeggia il biondo Tevere, vera e propria arteria della capitale. Perfino le periferie sono dotate di una vitalità umana che rasenta il miracolo, facendole risplendere di una luce tenera e innocente. Alberi, fiori e distese di verde vivono in armonia con le costruzioni urbane, senza darsi troppo fastidio tra loro. O almeno ci provano.

A volte però l’uomo ci mette del suo, rompendo l’incantesimo e bruciando questo miracolo terreno. C’è da dire, infatti, che Roma è molto depressa e arrabbiata ultimamente. Soffre per una mancanza di rispetto generale. Si trova nelle mani di una classe dirigente paracula, menefreghista e incompetente, che continua a trascurarla non dandole quell’amore che necessita e merita.  

Per non parlare di noi cittadini che, a mio parere, siamo più colpevoli della politica. Perché sporchiamo e maltrattiamo come se niente fosse!  E allora si, forse Roma può deludere perché siamo per primi noi ad essere deludenti nei suoi confronti. Tutti noi siamo i responsabili di uno stupro inaudito e vergognoso e tutti, chi più chi meno, siamo colpevoli.  Salviamo la città eterna! Ricordiamoci che Roma è lo specchio di noi stessi e della società di oggi: se delude vuol dire che siamo deludenti.

Mario Vai


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