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Unioni Civili, diritti uguali per tutti?

da 18 Mar 2016Culture, Presente0 commenti

hand-634620_1920Tutti vorrebbero vivere liberi, con la possibilità di esprimere se stessi, essere se stessi. Purtroppo in Italia, a differenza di altri paesi, questo non è possibile.
Con la legge sulle unioni civili del 1989, i danesi furono i primi a legalizzare il matrimonio gay, senza garantire loro, però, gli stessi diritti riconosciuti agli eterosessuali. Solo nel 2001, nei Paesi Bassi, il matrimonio gay diventò legale sotto tutti i punti di vista. Alcuni paesi, come Malta, Israele, le nazioni caraibiche di Aruba, Curacao e Sint Maarten, non hanno autorizzato le unioni civili, ma le riconoscono se avvenute in altri Stati.
Molte persone hanno paura di quello che potrebbe comportare la legalizzazione delle unioni civili, ma anche chi era inizialmente contrario successivamente si è dovuto ricredere.
Hannie Van Leeuwen, politica olandese e membro del partito centro Cristiano Democratico, dopo pochi anni dall’approvazione della legge, disse: “Avendo visto così tante coppie gay sposarsi ed essere felici, ho capito di essermi sbagliata. Non riuscii più a capire le ragioni per le quali trattavo in maniera diversa i gay rispetto agli altri cittadini”.
In Italia chi ama persone del suo stesso sesso non ha i medesimi diritti che spettano agli eterosessuali.
Nel 1986 si incominciò a discutere per la prima volta in ambito parlamentare di unioni civili grazie all'”Interparlamentare donne Comuniste” e ad Arcigay (associazione per i diritti degli omosessuali).
Negli ultimi mesi il parlamento ha discusso la proposta di testo unificato dell’onorevole Monica Cirinnà (Pd). Una prima versione del disegno di legge è stata depositata nel giugno 2014, una seconda a luglio 2014 e una terza marzo 2015. Il 25 febbraio 2016 il senato ha approvato le unioni civili. Purtroppo il ddl Cirinnà non prevede, come inizialmente era stato proposto, la ‘stepchild adoption’, ossia l’adozione del figlio biologico del partner. In più non è stato inserito l’obbligo di fedeltà per le coppie gay, come per i coniugi nel matrimonio fra eterosessuali. Questo non permetterà alla coppia di divorziare se uno dei due partner è venuto meno ai propri doveri matrimoniali, tra cui quello della fedeltà.

Non si spiega perché, qualsiasi sia il nostro orientamento sessuale, dovremmo essere interessati alla vita privata altrui. Potremmo essere infastiditi da effusioni in pubblico, ma questo dovrebbe valere sia per i gay che per gli eterosessuali. Molte persone non si rendono conto del peso delle parole che utilizzano per argomentare discorsi inerenti ai gay; non ci dovremmo meravigliare, dunque, del fatto che molti omosessuali tendano a nascondere, anche agli amici o ai parenti, il loro vero orientamento sessuale.

“Se non ti mobiliti per difendere i diritti di qualcuno che in quel momento ne è privato, quando poi intaccheranno i tuoi, nessuno si muoverà per te. E ti ritroverai solo”. Tratto dal film Milk.

Elisa Campanella

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