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Il fenomeno del K-pop

da 27 Dic 2022Culture, In primo piano3 commenti

La cultura asiatica è sempre stata soggetta all’ammirazione, da tutte le parti del mondo, per le particolarità che essa offre nel vestiario, nel cibo, nel decoro o nella musica. 

La musica tradizionale è molto cara ai cuori dei cittadini dell’Asia, ma ciò che ad oggi è riuscito a conquistare l’affetto mondiale è proprio la musica K-pop.

Il K-pop, come si intende dal nome “Korean-Pop”, nasce in Corea del Sud e si compone di varie generazioni di musica radicate nella storia ormai dagli anni ‘70, nonostante la sua fama sia arrivata all’apice solo negli ultimi 5 anni circa.

La domanda che spesso chi non conosce questo genere si pone è: “Come mai questa musica viene così acclamata? Cos’ha di così speciale?”

Dietro a questo genere musicale si celano anni e anni di preparazione ed un’invenzione non comune.

La prima band che rappresenta il K-pop è “Seo Taiji and Boys”, rivoluzionando appunto il genere hip hop americano con coreografie, lingua e musica coreana. Tuttavia, il K-pop non è sempre stato un genere omogeneo e vi sono, infatti, tre generazioni fino a quella di oggi.

La prima va dagli anni ‘90 ai 2000, con gruppi diligentemente allenati al canto, ballo, composizione e suono.

La prima grande svolta fu segnata negli anni 2000-2010, con l’arrivo dei Super Junior o dei BIGBANG, pieni di concept stravaganti, musica alternativa e testi ormai poco ricchi della visione del mondo tutta rosa e fiori.

G-Dragon fu il primo artista del K-pop a rappresentare il cambiamento, perché fu colui che riuscì a far progredire il gruppo con produzione e scrittura dei loro testi con crediti poi dati a loro, mentre in precedenza gli artisti detti “idol” non avevano voce in capitolo nel vestiario, concept o addirittura nella loro stessa musica. G-Dragon fu d’esempio per tutti gli idol futuri, incoraggiati a costruire il loro cammino insieme ad una casa discografica anziché comportarsi come dei burattini in mano ad altri.

La terza generazione, dal 2010 al presente è invece quella più importante e conosciuta per via dei gruppi che hanno conquistato i cuori di tutto il mondo. Tra loro vi sono gli Stray Kids, gli EXO, le BLACKPINK e, specialmente, i BTS. La varietà della musica, dalle ballads lente fino al pop-rock, insieme alle coreografie dettagliatamente realizzate e ai testi profondi è arrivata specialmente in America, che ha poi coinvolto il resto del mondo mostrando questi artisti emergenti nelle classifiche più importanti americane. 

In questa generazione vi è anche PSY con il singolo di successo “Gangnam Style” pubblicato nel 2012 che è riuscito ad essere conosciuto tra tutti i giovani d’occidente.

I BTS, da Bangtan Sonyeondan, che significa “boy scouts a prova di proiettile”, oggi sono il gruppo più famoso del mondo. 

Il cammino dei BTS non è sempre stato facile. Nel 2013, anno del debutto, sono stati ampiamente criticati per via dell’innovazione della loro musica, incentrata sulle ingiustizie della società, come se fosse una denuncia sociale. Il K-pop, ai tempi, cercava di mostrare ancora delle visioni utopistiche della vita, quindi la loro sincerità non era da tutti ben tollerata. 

Le loro capacità però vennero apprezzate da molti altri che, in aggiunta, capirono i messaggi che volevano tramandare; così continuarono ad esprimersi attraverso la musica.

Nel corso della loro carriera sono stati capaci di sperimentare di tutto con la musica, non facendo mai annoiare chi li seguiva. I fans, chiamati “Army”, affermano di provare una forte connessione con i membri del gruppo, perché da sempre si sono mostrati comunicativi, affettuosi e, specialmente, genuini e trasparenti nonostante la fama continuasse a crescere.

Nel corso degli anni hanno utilizzato la loro fama per mandare messaggi pieni di positività, non utopistica ma concreta, nel mondo. 

Il messaggio più di rilievo è di sicuro quello del “Love Yourself”, “amare sé stessi”, prima tramandato nei testi delle loro canzoni e poi trasformato in una campagna promossa dall’UNICEF, che è stata in grado di aiutare molte persone, anche con raccolte fondi. Nel novembre 2017, per esempio, l’organizzazione è riuscita a raccogliere circa 3,6 milioni di dollari grazie ai messaggi d’amore diffusi dai 7 giovani membri del gruppo.

“Trovate la vostra voce. Trovate la vostra voce parlando di voi stessi.”

Kim Namjoon

Kim Namjoon, leader dei BTS, nel suo discorso all’Unicef afferma questa frase che è in grado di rappresentare non solo tutti gli artisti della Corea, ma tutti gli individui del mondo.

Nel mondo del K-pop gli idol emergenti hanno lottato tanto per trovare la loro voce e continuano a incitare il resto del mondo a fare lo stesso, specialmente attraverso la loro musica.

Gli idols si sottopongono ad apprendistato che arrivano anche a 5 anni di allenamenti, perché dai produttori viene pretesa l’assoluta perfezione, che ben sappiamo essere umanamente impossibile. Si hanno comunque valori di bellezza oggettivi che vengono imposti agli artisti; molti, tuttavia, non reggono la pressione e abbandonano tutta la fatica fatta in precedenza. Chi riesce, però, sarà veramente virtuoso nell’animo.

Per questo motivo i vari ragazzi del mondo acclamano gli idol del K-pop: attraverso la musica ed i comportamenti riescono ad esprimere sensibilità e forza fuse insieme, quindi, un insieme di caratteristiche non comune.

L’amore per il K-pop, dunque, fa sentire confortate le persone che assistono a poca empatia nella vita di tutti i giorni e non fallisce mai nel trasmettere la giusta forza.

Nella mia stessa vita la musica K-pop, specialmente quella dei BTS, ha rappresentato un diversivo dalla realtà che poteva risultare stressante. I messaggi d’amore e conforto hanno sostenuto milioni di persone nell’andare avanti e non mollare mai, me compresa.

Aurora Pia Scuderi

Aurora Pia Scuderi

Aurora Pia Scuderi, detta "Rory", nasce in un piccolo paesino in provincia di Catania, nella regione siciliana. Ogni tipo di arte la entusiasma, come se fosse tutto ciò che le bastasse per vivere bene: le servono solo una penna, un foglio di carta e una miriade di parole per sentire viva sé stessa. «Riempi la carta con i respiri del tuo cuore.» diceva William Wordsworth e Rory si esprime così.

3 Commenti

  1. Luana

    Bellissimo articolo! Lettura fluida e interessante. Brava Rory!

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  2. Francesca

    Articolo davvero bello! Bravissima Rory continua così

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  3. Emanuele

    Sono veramente colpito, dalla stesura di questo articolo e soprattutto da come è stato trattato in modo egregio l’argomento in questione. Complimenti alla giornalista non avevo ancora trovato un articolo sulla musica K-pop cosi completo in tutti i suoi aspetti. Risulta a mio avviso molto interessante per gli appassionati del K-pop ma soprattutto per i neofiti che cominciano ad apprezzare questo genere.
    Consiglio a tutti di leggerlo, semplicemente eccellente!

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