Questo è stato un anno particolare per tutti. È stato un periodo in cui il SARS-CoV-2, un virus ancora incomprensibile per molti di noi, ci ha messi a dura prova, ponendoci davanti le nostre paure, e creandone delle nuove. Possiamo dire, quindi, che ci ha gettato in faccia la verità con pregi e difetti.
Fino a un anno fa non pensavamo nemmeno che una malattia potesse renderci così vulnerabili, non solo ai suoi occhi, ma anche a quelli del mondo; eppure eccoci qui, a cercare di risolvere le conseguenze disastrose che questa terribile pandemia ha portato in ciascuno di noi.
Se mai nella vita qualcuno, scherzando, si fosse rivolto a me e mi avesse detto che un giorno tutto il mondo sarebbe stato vittima di una pandemia distruttrice, sono certa che non ci avrei creduto. O, semplicemente, non avrei voluto crederci. Mai avrei potuto immaginare ciò che avremmo affrontato, quando, durante la primavera del 2020, l’Italia, come molti altri Paesi del mondo, ha dovuto subire una delle piaghe più devastanti mai affrontate prima: il “Lockdown”, termine per indicare un vero e proprio isolamento da tutto ciò che circonda, che rende liberi, ma, più di ogni altra cosa, permette di relazionarsi con altre persone, essenziali per condividere le proprie azioni, le proprie emozioni.
Le statistiche confermano che il lockdown ha inciso notevolmente sulla salute mentale delle persone, procurando sofferenza non solo fisica, ma soprattutto emotiva e psicologica. Dunque la Covid-19 non solo porta via le vite di innumerevoli esseri umani, distruggendo intere famiglie, ma riesce anche a insinuarsi dentro il nostro cervello, facendoci in alcuni casi impazzire completamente. Con questo non intendo dire che le persone che hanno avuto problemi psichici possano essere paragonate a tutti coloro che il virus ha colpito direttamente, (colpendo per esempio i propri cari) poiché le due sofferenze siano completamente diverse.
Vi siete mai chiesti cosa abbia smosso, in noi, questo virus? Se aprite gli occhi e vi guardate attorno, da un anno a questa parte, ciò che vediamo è solo paura, tristezza e voglia di ritornare più forti e uniti a quella normalità che ormai nessuno di noi pensa più di conoscere. Ne abbiamo bisogno: sentiamo la forte necessità di ritornare alla buona, vecchia quotidianità, senza mascherina e senza quella paura di poter in qualche modo fare del male ai propri cari, semplicemente andandoli a trovare.
La verità è che ognuno di noi sta inconsapevolmente cambiando a causa di questo orribile periodo. Purtroppo, chi più o chi meno, c’è chi sta subendo o ha subito disturbi mentali, a causa della clausura per più di due mesi o della chiusura dei propri negozi e ristoranti; per non parlare della paura psicologica del coronavirus, che ha portato molte persone a far crescere l’ipocondria, rendendola a volte anche pesante e preoccupante.
Tuttavia, grazie a questa malattia, possiamo dire di aver capito molte cose di noi stessi e delle persone in genere. L’essere umano è stato creato per essere socialmente attivo, vivere in mezzo alle persone e costruire con esse legami relazionali, che, se vengono a mancare, distruggono la sua anima pezzo dopo pezzo, minuto dopo minuto. Abbiamo concepito che ciò che conta davvero sono i piccoli gesti inaspettati, come una carezza o una semplice passeggiata mano nella mano con i propri nonni o parenti: dunque, non tirarsi mai indietro davanti alle occasioni che la vita ci dona ogni giorno e non fare piani per il futuro, poiché tutto è incerto. Bisogna vivere il presente come se il futuro non esistesse proprio, perché la realtà è questa: non sappiamo ancora quanto la storia durerà; potrebbero essere anni, come secondi.
Quindi il mio consiglio è quello di cercare di vedere la realtà effettiva delle cose. Perciò, anche quando ci potrà sembrare che tutto stia letteralmente cadendo a pezzi, il minimo pensiero di ciò che quelle persone veramente importanti per te hanno da offrirti ogni giorno, ti rende felice. Il semplice fatto sta nel vincere la malattia, rimanendo uniti: questi mesi sono stati pesanti, pieni di colpi di scena che ci hanno reso più fragili, più esposti al mondo e a ciò che ci circonda: per questo motivo dobbiamo essere consapevoli e fare di questo terribile periodo la nostra forza; bisogna imparare a guardarsi dentro, affrontando quelle paure che avevamo o che si sono create. Soprattutto fare tesoro di ogni momento passato con gli altri, imparando in primis ad amare noi stessi, capacità che il Covid ha tolto a molte persone, mentre ad altre ha fatto prendere consapevolezza che ciò sia la chiave per sentirsi bene con chiunque altro.
È stato un anno difficile, pieno di alti e bassi, di vuoti e di bui, ed è per questo che dobbiamo stare vicini, per sentirci meno soli, per combattere quelle paure che si stanno creando e che ci stanno facendo cadere.
Manfrini Sofia e Mancuso Manuela
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