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Perchè i gatti sono attratti dagli alberi di Natale?

da 26 Dic 2025In primo piano0 commenti

Una spiegazione razionale

Il periodo Natalizio ci accomuna un po’ tutti: c’è chi lo passa in compagnia o chi felicemente da solo in un momento di pausa, staccando la spina e godendosi un po’ di relax. C’è però una categoria di persone non destinata a ricevere tutto ciò: quelle persone che hanno deciso di accogliere un gatto nella propria vita. Ipnosi da lucine a spirale, battaglie inconcludenti con palline dell’albero e abbattimenti di poveri abeti, sono solo alcune delle situazioni nelle quali i gatti si vanno a cacciare a discapito dei loro padroni… Nonché dispenser di croccantini.

Abbiamo visto tante volte situazioni del genere su internet o in casa propria: l’attrazione felina per gli alberi di natale è ormai diventata stereotipata. La domanda quindi nasce spontanea: perché i nostri mici sono così attratti da un albero addobbato? Quali sono i motivi che li spingono a compiere certe azioni?

Il gatto, nonostante l’essere stato addomesticato da più di due millenni, non ha mai perso i suoi istinti più selvaggi. Come può essere un animale dolce, può anche compiere azioni da vero e proprio “predatore”.  Considerato ciò, un gatto può approcciarsi all’albero in 2 modalità diverse: come nuovo elemento piombato nel suo spazio vitale e quindi luogo d’esplorazione, oppure come rifugio sicuro dove coricarsi. Come le persone, ogni gatto è diverso, quindi non è detto che debba per forza comportarsi o in un modo o nell’altro.

Elemento di scoperta

I felini sono molto sensibili agli stimoli e i nostri alberi, ricchi di colori, luci, forme e odori, sono il terreno perfetto per poter sprigionare in loro sensazioni.

Partendo dalla forma triangolare, i gatti essendo agili predatori non tendono a esplorare e sfruttare solo il territorio orizzontale ma anche quello verticale e, quindi, una struttura come quella dell’albero è perfetta per poter essere scalata e sfruttata come “torre d’avvistamento” adibita alla funzione di miglior controllo dei propri domini. Avendo anche un olfatto fine, gli odori “atipici” rilasciati dalla pianta, vera o finta che sia, balzeranno subito all’attenzione del gatto che, per conquistare la nuova zona, comincerà a fare quella cosa che noi tutti tanto amiamo: strusciarsi ripetutamente con il muso e con la coda. Strusciandosi rilasciano feromoni, speciali sostanze chimiche odorose prodotte da ghiandole sparse su tutto il corpo che, una volta sull’albero, lo renderanno di fatto una proprietà di quello specifico gatto.

Allo sfregamento del muso si aggiungono anche i baffi, alcuni degli organi più importanti a disposizione del micio. Anche chiamate vibrisse, queste offrono loro un senso del tatto simile a quello che per noi rappresentano le dita ma con la sostanziale differenza di una maggiore sensibilità rispetto alla nostra. I rami spigolosi, la superficie liscia delle luci e la ruvidità di certe palline di Natale sono tutte texture che il gatto ha bisogno di scoprire, comprendere e marchiare con l’ausilio del suo speciale senso del tatto.

E sono proprio le palline a ricondurci a una delle scene più comuni che la nostra mente potrebbe fornirci quando associamo un gatto a un albero di Natale: quella del suo giocare, tirare e strappare le nostre decorazioni preferite finendo molto spesso per romperle o, addirittura, recare seri danni all’albero e alla nostra casa. Qua entra in gioco la natura cacciatrice di prede; la visione di corpi in movimento genera quello stimolo selvaggio e incontrollabile per il quale l’animale ha solo un obiettivo fissato in testa: afferrare e catturare. Peccato però che quella che loro vedono non sia una preda ma una pallina rossa e che quella pallina rossa sia attaccata al ramo di una grande struttura pronta a cadere.

Un rifugio sicuro

Non sempre bisogna focalizzarsi su situazioni di tale gravità e, molto spesso, può accadere che questa sia solo una parte di quello che un gatto può sperimentare con il simbolo del Natale. Li vediamo spesso osservare per ore l’albero o addirittura accucciarsi vicino o sotto di esso; ecco, questo comportamento ha un’origine inusuale.

Oltre che essere un posto riparato dove poter dormire in tranquillità, l’abete possiede l’addobbo che più simboleggia la festività: le luci. I gatti, pur non riuscendo a vedere tutta la gamma di colori che noi riusciamo a percepire, possono invece rilevare, a differenza nostra, le più minime variazioni di temperatura: dove c’è calore la probabilità di poter trovare un gatto a dormire è quasi totale e le luci a led, producendo quel che per noi risulta un riscaldamento impercettibile, per il micio sarà un ambiente sufficientemente caldo da poterlo catalogare come ottimo rifugio.

Bisogna però porre attenzione ai cavi elettrici che, vibrando a frequenze bassissime a noi invisibili, potrebbero risvegliare nuovamente nel gatto quella parte animalesca da predatore, rendendoli un pericolo. Inoltre, come per chiunque, anche per loro osservare un bell’albero pieno di sfumature ed esplosioni di luci colorate risulta essere una visione suggestiva; si attribuisce a ciò il loro fissare intensamente la struttura per periodi prolungati.

In conclusione, il magnetismo felino nei confronti degli alberi di Natale è un comportamento totalmente normale che, pur se certe volte potrebbe portarci verso situazioni di rabbia e/o fastidio, non possiamo non considerarlo come una tessera fondamentale di quello che è l’immenso mosaico del clima natalizio che tanto amiamo.

Bessicchio

Bessicchio

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