Vaccini
Non è vero che non siamo competitivi in nessun campo rispetto agli altri paesi del mondo. C’è una classifica che ci vede in sesta posizione, a un passo dalla Cina. Peccato che sia quella del numero di casi di morbillo registrati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità negli ultimi mesi del 2017.
Di vaccini se n’è parlato tantissimo, fra manifestazioni no vax/free vax/ni vax, endorsement politici e sparate antiscientifiche. In Italia la situazione era diventata insostenibile, sia dal punto di vista mediatico che da quello sanitario. Con il decreto-legge n.73 del 7 giugno 2017, il governo Gentiloni ha introdotto l’obbligo vaccinale per 10 vaccini, generando non poche polemiche; ma non staremo qui a spiegare le sacrosante ragioni che hanno portato alla decisione della Ministra Lorenzin – l’hanno già fatto altri qui e qui.
Secondo il decreto, non somministrare i vaccini obbligatori al proprio figlio comporta ricevere una multa dai 100 ai 500 euro, ma soprattutto l’esclusione del bambino da scuola. Questa settimana sono scaduti i termini per presentare la documentazione che attesta le vaccinazioni e quindi alcuni bambini – difficile stimare il numero esatto – sono rimasti a casa; ma non sembra essere successo nulla di drammatico.
Qualcosa di buono è successo invece riguardo la copertura vaccinale, che aveva raggiunto numeri allarmanti che potevano mettere in pericolo l’immunità di gregge. Secondo i primi dati parziali, la situazione va migliorando. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi ha affermato: “Abbiamo superato, in media, la soglia del 95% per l’esavalente, e abbiamo fatto un balzo enorme in avanti su morbillo, rosolia, parotite e varicella”. Un sospiro di sollievo per tutti, con buona pace dei no vax.
Siria
La risoluzione approvata lo scorso 24 febbraio dal consiglio di sicurezza dell’ONU non ha funzionato. Su Ghouta, alla periferia di Damasco, in Siria, continuano a cadere le bombe del regime siriano di Assad, che con il supporto delle forze armate russe cerca di riprendere il controllo della zona in mano ai ribelli. Ma insieme a loro sono bloccati anche diverse migliaia di civili, che vengono utilizzati come scudi umani e subiscono da settimane i bombardamenti. Secondo Save The Children, dall’inizio dell’anno nella sola zona di Ghouta Est sono state uccise 600 persone.
Come se non bastasse, un documento della Commissione dell’Onu sui crimini di guerra in Siria ha denunciato almeno tre attacchi chimici da parte del regime siriano nella zona il luglio scorso. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno presentato una nuova risoluzione per concedere una tregua che permetta alle organizzazioni umanitarie di raggiungere Ghouta, ma soprattutto che permetta di far evacuare i civili. E l’ambasciatrice statunitense Nikki Haley ha minacciato che se la risoluzione non andasse in porto gli USA sarebbero pronti ad agire. La tattica di sempre: facciamo la guerra per risolvere la guerra.
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Amsterdam
La partita per l’assegnazione dell’Agenzia europea per i medicinali, che cerca nuova casa dopo Brexit, si è praticamente chiusa. Ieri il Parlamento Europeo ha confermato la decisione di spostare la sede dell’Ema ad Amsterdam, nonostante le polemiche sull’andamento dei lavori e le diverse proteste italiane. Lo scorso 20 novembre, gli olandesi erano usciti vittoriosi dalla sfida per l’assegnazione, che nel turno finale vedeva contrapposti Amsterdam e Milano e che si è decisa con il discutibile metodo del sorteggio, dopo diverse votazioni inconcludenti.
La nuova sede olandese ancora non esiste, e non esisterà anche al momento del trasferimento il primo gennaio del 2019. I lavori per il Vivaldi Building sono infatti appena all’inizio, e per qualche mese i lavoratori dell’Ema verranno ospitati in una sede provvisoria. A Milano invece sarebbe stato tutto già pronto, con il Pirellone, l’ex sede della regione Lombardia, messo a disposizione fin da subito.
Ieri il Parlamento Europeo ha confermato la scelta di Amsterdam e avviato le negoziazioni per una modifica del regolamento di assegnazione. Un via libera condizionato ad alcuni obiettivi che gli olandesi non avranno problemi a rispettare. Ma i parlamentari europei italiani sono riusciti a dividersi anche stavolta. Da una parte PD, Forza Italia e Lega, che hanno votato no al nuovo documento, dall’altra i 5 stelle, che invece hanno votato sì: “Così c’è ancora una possibilità di porre dei paletti ad Amsterdam”, ha affermato l’europarlamentare grillino Pedicini. Ma se già era difficile ribaltare il risultato insieme, divisi non si conta nulla.
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