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“La poltrona rossa” – recensione e intervista a Delia Marzo

da 12 Feb 2019Culture, Presente0 commenti

“La poltrona rossa” di Delia Marzo è un dialogo epistolare tra Mia, un’innocente ragazza “vittima di un malessere interiore” e la Felicità. A soli 21 anni,  Delia, studentessa universitaria nella facoltà di Lingue e Letterature Straniere a Lecce, pubblica il suo primo libro nel novembre 2018 con la casa editrice “Il seme bianco”.

Mia, la protagonista, è una ragazza tormentata, sensibile, riflessiva, in cerca di un equilibrio, in cerca della Felicità. Ed è proprio la Felicità a cercare di consolarla: scrivendole lettere di conforto, spronandola ad andare avanti, a non perdere la speranza nel riuscire a trovare una stabilità emotiva. Mia fa un percorso di crescita nel quale eventi a volte tragici segnano la sua vita facendola fermare a riflettere su di essa.

Apparentemente adolescenziale, il libro in realtà si rivela profondo e riflessivo, a volte struggente. Gli eventi che segnano Mia nel suo percorso segnano anche il lettore: ci si ritrova a sentire inspiegabili strette allo stomaco, a fermare la lettura e a riflettere su come tutti siamo alla ricerca di un equilibrio. Perché sì, ognuno di noi, in fondo, è alla ricerca della Felicità.

Il testo, impegnativo ma scorrevole, è una piacevole lettura, che lascia spunti di riflessione; nel complesso è ben scritto, con frasi taglienti e intrise di emozioni.

E come tu, Felicità, mi hai detto: erro nel momento in cui ti cerco nell’altro. Le persone non sono sempre la risposta alle mie domande”.

La storia di Mia ci insegna come ognuno di noi sia alla continua ricerca di un’entità, un qualcuno o un qualcosa che ci faccia stare bene, ignari del fatto che questo in realtà si trovi dentro di noi. Mia ci insegna a riflettere, ad analizzare la vita e a capire quale direzione vogliamo darle. Spesso ci lasciamo trasportare da eventi su cui non abbiamo il controllo, lasciando che questi influenzino fin troppo la nostra vita, come del resto fa Mia all’inizio del suo percorso. Questo scambio di lettere, che altro non è che un parlare con il proprio riflesso, aiuta l’ingenua ma intelligente ragazza ad affrontare la vita da protagonista, e non da spettatore estraneo. Mia prende in mano la sua situazione, senza scappare dai problemi, ma affrontandoli. Mia, quella dolce e fragile ragazza, alla fine del suo percorso diventa donna, mantenendo comunque il suo lato infantile che la rende leggera, felice.

Intervista: Valentina Bruni
Recensione: Chiara Ceppari

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