Quattro notizie che negli ultimi sette giorni sono passate in secondo piano (nonostante la loro importanza).
Polonia
L’11 novembre in Polonia si è festeggiata l’indipendenza ottenuta nel 1918, sul finire della prima guerra mondiale. Sabato, come da diversi anni a questa parte, è stata anche l’occasione per i nazionalisti non solo polacchi ma di tutta Europa (per l’Italia c’era Roberto Fiore, leader di Forza Nuova) di riunirsi e formare un mix di slogan, striscioni e bandiere che farebbero inorridire un gerarca nazista.
Alla marcia hanno partecipato, secondo diverse agenzie di stampa, 60mila persone che, al grido di “Polonia pura, Polonia bianca” e nella totale indifferenza delle istituzioni, hanno buttato nel cestino anni di battaglie contro i totalitarismi che hanno attanagliato la Polonia per tutto il ventesimo secolo. L’ultima è stata quella combattuta da Solidarność, il sindacato che nel 1989, seguendo gli ideali dell’uguaglianza e della non-violenza, ha liberato la nazione dalla dittatura sovietica dando il via al crollo dell’U.R.S.S.
In un paese dove ricordare è fondamentale, la memoria sta scomparendo.
Zimbabwe
In Zimbabwe c’è la dittatura, qualcosa che noi europei del ventunesimo secolo non concepiamo (o forse sì, vedi sopra), ma che è invece consuetudine per milioni di africani. In Zimbabwe il dittatore si chiama Robert Mugabe e governa il paese da 40 anni, durante i quali ha distrutto, in termini economici e societari, il paese. Poco tempo fa ha nominato vicepresidente la moglie, più giovane di lui di 41 anni e pronta a prendere il suo posto.
Gli stessi militari che hanno sostenuto il regime per decenni, ora si sono ribellati e sotto la guida del comandante Costantino Chiwenga hanno occupato la capitale del paese tenendo sotto custodia Mugabe. Tutto per ora sembra più o meno tranquillo, ma il futuro è incerto, tranne per il fatto che il prossimo governo sarà ancora una volta tutt’altro che democratico.
Ostia
Ieri pomeriggio a Ostia c’è stata una manifestazione contro la mafia e a favore della libertà di stampa, organizzata da 60 associazioni, fra cui la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e Libera (associazione contro le mafie). Hanno partecipato centinaia di persone e centinaia di giornalisti, con l’obiettivo di tenere accesi i riflettori non soltanto sull’enorme problema della malavita a Ostia e a Roma, ma anche sul trattamento riservato a tanti cronisti: minacciati di morte da organizzazioni criminali (come la giornalista Federica Angeli proprio a Ostia) e insultati e screditati da membri di forze politiche.
Questo è il motivo per cui la stampa non ha preso parte alla manifestazione dell’11 novembre scorso. Proprio perché in una parte del corteo, lontano dalle organizzazioni giovanili, c’erano Virginia Raggi (presente anche ieri, ma in veste istituzionale) e Alessandro Di Battista, esponenti di spicco di un partito gestito da un personaggio che poco tempo fa si rivolse così ai giornalisti: “Vi mangerei solo per il gusto di vomitarvi”.
Nel frattempo, sempre a Ostia, poche ore dopo la manifestazione di giovedì 16, alcuni burloni hanno incendiato la porta del circolo Pd di Ostia.
Una nuova terra
È stato scoperto un nuovo pianeta simile alla terra. Si chiama Ross 128 b, un nome un po’ più orecchiabile rispetto a quelli cui ci hanno abituati gli astronomi, ed è distante appena 11 anni luce da noi. Ruota intorno a Ross 128 (senza la “b”), una nana rossa, una tipologia di stella piccola, debole ma con il brutto vizio di emettere potenti eruzioni radioattive in grado di sterilizzare l’atmosfera di un pianeta. Ross 128 (senza la “b”) sembra però molto tranquilla.
Quindi su Ross 128 b, il pianeta, che si trova nella fascia di abitabilità, cioè non troppo vicino né troppo lontano dalla stella, potrebbe esserci acqua liquida e quindi anche vita. Ma la questione è complessa e prima di fare le valigie bisognerà aspettare nuovi studi. Ci toccherà condividere la Terra con gente come Donald Trump ancora per un po’.
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