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Napoli Sotterranea

da 6 Feb 2023Culture0 commenti

Sotto la splendida città di Napoli si estende una rete di  camere e cunicoli con una storia lunga e varia attraverso i secoli: la celeberrima Napoli sotterranea. 

Oggi l’entrata per la visita guidata ufficiale della città nascosta si trova nei quartieri spagnoli, precisamente in vico S. Anna di Palazzo, 52. Nelle fitte e complesse cavità che si espandono sotto al centro storico hanno origine varie leggende della città e la loro storia comincia, non sorprendentemente, con i greci (il sud italia allora era la famosa Magna Grecia).

Inizialmente, quando 2400 anni fa la città si chiamava Neapolis (= città nuova), i greci scavarono i sotterranei per ricavare il tufo, una roccia di origini vulcaniche e particolarmente malleabile. E’ infatti così tenera che per estrarla si usava il legno, che veniva inserito in fessure scavate nella roccia e bagnato, in modo che i ceppi si gonfiassero per l’assorbimento dell’acqua e i perni allargassero la crepa facendo staccare il blocco di tufo. Si usava poi una gru di travi di legno e funi per portare in superficie il materiale, usato per costruire come uno specchio la città. Si potrebbe dire che Napoli è stata costruita con le proprie viscere. 

Dopodiché, quando i romani conquistarono la città, trasformarono l’area sotterranea in un grande acquedotto (com’è ben noto, il popolo romano frequentava molto le terme e l’acqua era portata ovunque con grande ingegno), ampliandolo e perfezionandolo. Oggi l’acqua che si vede nelle camere è artificiale, non è più collegata alla sorgente, piuttosto è ricca di monete lasciate dai turisti di tutto il mondo. La ragione è che l’acquedotto fu chiuso nel 1885 perché fu trasformato in fogna e l’acqua sporca contagiò i pozzi portando un’epidemia di colera. L’unica soluzione fu chiuderlo e adoperarlo come discarica per i materiali da costruzione, perché la città cresceva ancora.  

Durante la seconda guerra mondiale, la discarica nei cunicoli fu pavimentata per offrire ai cittadini riparo dagli attacchi aerei nemici. Alcuni pozzi vennero murati per impedire che entrassero le bombe, altri furono lasciati aperti come prese d’aria e furono scelti quelli nei pressi delle chiese: era noto che i luoghi di culto e di pace venissero risparmiati. Invece, e questo da parte dei nazisti fu inaspettato, chiese e palazzi furono rasi al suolo senza distinzione e tre bombe entrarono nei pozzi atterrando vicino alla folla, senza scoppiare. 

I sotterranei furono inoltre la salvezza dei disertori, che entravano, si spogliavano delle loro divise militari e usando i cunicoli uscivano in un’altra parte della città dove non venivano riconosciuti, riuscendo a scappare. Si ricorda che la pena a loro destinata era la fucilazione. Di questo periodo sono state trovate sia le divise (adesso esposte) sia le scritte incise dai bambini sui muri, come ‘aiuto’ e ‘mamma non piangere’. 

Alcuni corridoi non videro mai l’acqua, pare che fossero utilizzati come passaggi segreti: infatti per qualche tempo, poiché connettono  il monastero delle monache a quello dei frati, si dice che le vie nascoste siano state la causa di curiose gravidanze. Insomma, si vede che il popolo napoletano ha saputo sfruttare fino in fondo il mondo a parte che si snodava sotto di esso. Anche nei momenti di maggior bisogno.

Infine, grazie a numerosi volontari, Napoli sotterranea è stata aperta alle visite, all’avventurosa scoperta della sua storia attraverso le epoche, strettamente connessa alla grande città al di sopra. E’ di una grandezza che lascia senza fiato e ci sono cunicoli talmente stretti e bassi da dover camminare di fianco, seguendo le guide locali che raccontano, per esempio, come la leggenda di ‘o Munaciello sia nata proprio qui. 

Ludovica Borriello

Ludovica Borriello

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