Ammazzacaffè
Scriviamo cose, intervistiamo gente

DDL Zan: che cos’è, cosa ne pensa il popolo e la politica

da 14 Apr 2022In primo piano, Presente0 commenti

Una delle leggi che ci ha fatto discutere di più negli ultimi anni è sicuramente il DDL Zan, ma nonostante se ne parli tanto, alcune persone ancora sono confuse a riguardo, perché c’è molta disinformazione tra la massa. Il disegno di legge DDL Zan prende il nome dal relatore Alessandro Zan, deputato del PD, e, al contrario di come molti pensano, non combatte solo l’omotransfobia. Il suo nome completo é infatti “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, quindi comprende anche donne e disabili. La legge si divide in 10 articoli e alcuni di questi si legano alla legge Mancino del 1993 che sanziona l’incitamento all’odio, violenza e discriminazioni per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, tralasciando però comportamenti analoghi causati da omotransfobia e misoginia. La legge Zan estende, quindi, le tutele anche alla comunità LGBTQ+, alle donne e ai disabili.

L’ Art. 1 fornisce alcune definizioni che si trovano all’interno del DDL, come ad esempio cosa s’intende per genere, orientamento sessuale etc.;
L’Art. 2 apporta modifiche all’articolo 604-bis del codice penale, aggiungendo alla fine di ogni comma (parte dell’articolo di una legge, regolamento o altro atto normativo) «oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità»;
L’ Art. 3 modifica allo stesso modo del 2, l’articolo 604-ter del codice penale;
L’ Art. 4 dichiara che si può avere una libera opinione, espressione e scelta riguardo questo tema, purché questa non vada a interferire o a violare i diritti di una persona;
L’ Art. 5 fa una modifica a un decreto-legge, ovvero il decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, e aggiunge moventi di genere, orientamento sessuale o identità di genere ai possibili reati;
L’ Art. 6 modifica l’articolo 90-quater del codice di procedura penale, cui, oltre a condannare l’odio razziale, si aggiunge l’odio fondato sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità  di genere;
L’ Art. 7 istituisce il 17 maggio come giornata nazionale contro l’omofobia e la transfobia;
L’ Art. 8 modifica il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, per prevenire  e contrastare le discriminazioni con moventi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere;
L’ Art. 9, ennesima modifica all’articolo 105-quater del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, apporta delle aggravanti nel caso in cui il reato commesso abbia come movente la discriminazione;
L’ Art. 10 impone delle rilevazioni statistiche con cadenza triennale per assicurarsi, se la legge fosse stata approvata, di avere dei riscontri positivi e quindi meno episodi di violenza.

Il DDL Zan é stato approvato alla Camera dei deputati il 4 novembre 2020, ma a causa delle varie ostruzioni da parte dei partiti di destra, arriva in Aula al Senato solo nel luglio 2021.  Dopo varie procrastinazioni della data, il 27 Ottobre 2021, il senato affossa definitivamente il DDL Zan. La “tagliola”, proposta dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e da quello di Fratelli d’Italia Luca Ciriani, è stata approvata con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti. Non stupisce che il DDL abbia avuto questo destino: sin dall’inizio del suo iter parlamentare è stato fortemente osteggiato dalla destra, che aveva presentato più di 800 emendamenti alla Camera e insistito per inserire la cosiddetta “clausola salva idee”, che escludeva dalle condotte sanzionate dalla legge quelle “riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte”. “Lo stile di vita omosessuale è incompatibile con lo sviluppo sostenibile” o “anche la pedofilia è un orientamento sessuale”, queste sono le audizioni dai contenuti assurdi del leghista Andrea Ostellari. La camera del senato, all’affossamento della legge contro l’omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo, ha una reazione da parte della destra di applausi e esultanze, salti di gioia e urla da stadio.

Ma per fortuna non ci sono solo politici che vanno contro, per esempio l’ex Presidente del M5S Giuseppe Conte, il Ministro degli Esteri Luigi di Maio, il Segretario del PD Enrico Letta e altri, commentano questo accaduto con frasi come: “Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà” (Enrico Letta) e “Tutti si erano schierati dalla parte dei diritti civili, ma alla fine il DDL Zan è stato spazzato via, nel segreto dell’urna, al Senato. Vergognoso.” ( Luigi di Maio). Dall’altra parte abbiamo invece anche commenti che dicono: “un obbrobrio giuridico che dovrebbe essere contro le discriminazioni e che invece discrimina”(senatore leghista Roberto Calderoli) e “una pessima proposta di legge” (leader del FdI Giorgia Meloni). Qualcuno si era illuso che le quote più liberali di Forza Italia potessero dare man forte al testo, ma a parte Elio Vito, che rinuncerà ai suoi incarichi nel partito per protesta, e Barbara Masini, che a luglio fece coming out in aula esprimendo il suo favore nei confronti del DDL, la destra ha preferito continuare a fare la destra.

Il DDL Zan ha creato scompiglio anche tra le persone nel mondo dei social media, facendo schierare molti influencer italiani. È stata creata infatti una campagna in favore della legge usando gli hashtag #DDLZan #LeggeZan, con migliaia di post pubblicati su social come Twitter, Instagram e Facebook. Per esempio, Fedez ha usato tutta la sua fama per agire contro personaggi televisivi e politici contrari a questa legge, senza nessuno scrupolo a puntare il dito su persone sfavorevoli al DDL Zan. E non solo sui social. Durante un evento per il 1 Maggio 2021, Fedez ha interrotto la sua esibizione per denunciare le posizioni politiche della Lega e la Rai, che cercava in tutti i modi di evitare polemiche discriminanti sul senatore leghista Ostellari.

Tassnim Ennaimi, Kiara Murati, Marta Fiorelli

Ammazzacaffe blog

Ammazzacaffe blog

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ammazzacaffè è un laboratorio di comunicazione digitale che unisce studenti da tutta Italia in uno luogo virtuale dove scoprire, discutere e condividere informazione con uno sguardo sul presente dal futuro.

Altri articoli