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I LaboRat rattizzano l’Alberti!

da 29 Mag 2014Creazioni, Culture0 commenti

Siamo sul palco del Teatro Argentina. Le luci in sala sono spente, i riflettori sono solo su di noi. L’unica cosa a cui pensi in quel momento è:”spero di non sbagliare le parole. Spero di non dimenticarle”.
Ci siamo ritrovati così a portare in scena dei copioni scritti da noi, i ragazzi dell’Istituto Alberti.
È iniziato tutto per gioco.

Era un comune pomeriggio di riunione del blog d’istituto, tra risate e scherzi la nostra prof ha avuto la brillante idea di parlarci del progetto del nostro istituto per la realizzazione di una mostra fotografica con foto originali della Grande Guerra, fornite dal Museo Centrale del Risorgimento. Il progetto si intitola: “Fra cent’anni. Immagini e storia della Grande Guerra”, e, al suo interno, la nostra sfida sarebbe stata partecipare a un LaboRat.

I LaboRat sono dei laboratori di scrittura teatrale sul tema dell’Europa, nati intorno allo spettacolo del teatro Argentina “Ratto d’Europa”, che, volendo coinvolgere la città di Roma, ha organizzato circa 40 LaboRat in scuole, centri anziani e abbonati del teatro Argentina.
Abbiamo accettato la proposta, vedendola come un’ennesima sfida che avremmo affrontato tutti insieme.

Nei giorni successivi, nei mesi di marzo e aprile, abbiamo avuto il piacere di essere guidati nel nostro laboratorio da Lino Guanciale, attore e docente del Ratto d’Europa.
Al primo incontro ci ha illustrato lo spettacolo, di cosa parlasse e cosa volesse far arrivare al pubblico.
Poi abbiamo cominciato a selezionare alcune fotografie, tra quelle messe a disposizione dal Museo del Risorgimento Italiano, per il progetto “Fra cent’anni”.
L’obiettivo era, a partire dalle foto selezionate, scrivere dei copioni che fossero una nostra versione della prima guerra mondiale.
A gruppi di tre o quattro, ci siamo immedesimati nei personaggi fotografati e il risultato finale sono stati quattro copioni diversi tra loro: alcuni inscenavano i pensieri dei soldati nei momenti di riposo, alcuni raccontavano le storie di una medaglia guadagnata, altri ancora davano voce a chi si domandava a che servisse quella guerra.
Nel secondo incontro con Lino, ci siamo confrontati sulle bozze dei copioni che avevamo scritto, dandoci consigli e correggendoci a vicenda.
Nel terzo e ultimo incontro abbiamo inscenato i copioni e Lino ci ha dato consigli sulla dizione, sull’intonazione e sui movimenti del corpo per portare in scena nel modo migliore le nostre storie.

Fin da subito Lino ci aveva proposto anche di partecipare al RatMob (flashmob del Ratto d’Europa), che si sarebbe tenuto il giorno della prima, davanti al Teatro Argentina,
ballando sulle note di Dancing Queen degli Abba.
Potevamo non accettare? Certo che no!
Poi Lino ci ha chiesto se volevamo anche prendere parte allo spettacolo durante una delle repliche, riproponendo la coreografia del flashmob sul palco.
Ormai completamente rattizzati abbiamo risposto: certo che si!!!

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Nei giorni a seguire abbiamo fatto le prove per la messa in scena dei nostri copioni.
Il 10 maggio alle 14.30, con tensione mista a voglia di metterci alla prova, è arrivato finalmente il momento di entrare in scena.
Durante la rappresentazione alcuni di noi hanno cambiato il copione, improvvisando battute diverse; altri ancora nel recitare hanno sbagliato le parole, ma tutto questo non è bastato a fermare la nostra determinazione e la nostra voglia di spingerci sempre oltre.

Finito lo spettacolo, siamo tornati blogger e fuori dal teatro siamo riusciti a intervistare gli attori e il regista di questo fantastico spettacolo, Claudio Longhi, che ci ha fatto i complimenti per i risultati ottenuti con il nostro LaboRat.

Il Ratto d’Europa è sicuramente un’esperienza che non dimenticheremo così facilmente.
Alcuni di noi erano restii a partecipare a questo progetto, ma alla fine abbiamo superato tutto quanto insieme, dimostrandoci così di poter contare l’uno su l’altro.
Una cosa che non ci aspettavamo è che questo progetto, inconsapevolmente, ci ha unito come gruppo e ci ha spinto sempre più a lavorare nella nostra redazione.

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Camilla Arbore – LaboRat Alberti

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