Ammazzacaffè
Scriviamo cose, intervistiamo gente

Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li.
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante.
Se sei un sogno non svegliarmi.
Vorrei vivere nel tuo respiro
(Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c’è di bello)
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore.
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo.
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
(Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi)

Pablo Neruda

Oggi, per San Valentino, volevo portare un articolo particolare. Una fusione tra espressione artistica e passione amorosa in un semplice gesto, che da secoli è il simbolo d’amore più sincero: il bacio. Ormai il suo valore si sta perdendo nella società moderna, quindi è giusto ricordare, attraverso alcune opere evocative, l’importanza che ha e che ha avuto anche nell’arte.

Francesco Hayez, “Il bacio”, 1859

Questo quadro in olio su tela, conservato nella Pinacoteca di Brera, a Milano, è stato riprodotto in ben tre versioni diverse, ma in tutte i personaggi sono intenti a salutarsi con un bacio. Nonostante il romanticismo dei due personaggi, vi è sullo un riferimento storico più profondo, in quanto l’uomo sta per partire volontario per la guerra d’indipendenza dell’Italia contro l’Austria, quindi non sa quando potrà salutare ancora la sua amata. Lei è infatti in procinto di seguire l’uomo, che sta per attraversare l’arcata alle loro spalle. I colori scelti non sono casuali: la donna indossa un abito celeste, freddo, perché subisce il triste abbandono, mentre lui veste un rosso caldo come la focosa resistenza che va ad assistere.

Carolus-Duran, Le baiser, 1868

Una dimostrazione d’amore da parte dell’artista nei confronti della moglie, che ritrarrà anche l’anno successivo a figura intera in un quadro che porterà a Carolus-Duran grande successo. L’opera si trova nel museo delle Belle Arti di Lilla, vicino a Parigi, dove l’artista è nato e ha vissuto. L’uomo accarezza la donna, quasi guidato dalla mano candida di lei, che emerge come figura principale grazie alla luce che si posa sul suo volto sereno. Faremmo bene a pensare che sia una donna veramente fortunata, che ha trovato un uomo che la ama così tanto da dedicarle un quadro, da chiudere gli occhi fiduciosamente mentre si scambia effusioni di puro amore con lei.

August Rodin, “Il bacio”, 1888-89.

Al contrario di quello che si potrebbe credere, Rodin non è solo l’artefice de “Il pensatore, ma si è dedicato anche all’erotismo. In quest’opera abbiamo la rappresentazione di un momento indimenticabile per gli appassionati di Dante e della “Divina Commedia”: la storia di Francesca e Paolo, che ci viene raccontato nel V canto dell’Inferno. I due amanti vengono scoperti dal marito di lei, il quale, furibondo, assassina entrambi. La loro passione arriva con la condivisione della lettura di un libro, che sfocia in sentimenti sempre più profondi fino e oltre la morte dei due. Nemmeno la mancanza dei corpi terreni, infatti, metterà fine alla loro storia.

Toulouse-Lautrec, “A letto: il bacio, 1892.

Per due innamorati è importante entrare in intimità, anche attraverso il contatto fisico, come ci insegna Toulouse-Lautrec. Il quadro, insieme al ciclo di cui fa parte, viene destinato ad abbellire il bordello di Rue d’Amboise, a Parigi, dove spesso l’autore andava a passare il tempo. L’intimità e la passione intraprese dalle due donne, probabilmente prostitute, ci fa sentire fuori luogo, come intrusi che vanno a invadere la loro intimità.

Edvard Munch, “Il bacio con la finestra”, 1892.

Riconoscibile la pennellata veloce e sfuggente di Munch, in un dipinto diviso a metà tra la rappresentazione del paesaggio notturno di una strada, osservata dalla finestra, e un abbraccio accompagnato da un bacio. Il dipinto fa infatti parte di un ciclo di opere riguardanti la vita, e, in questo caso, il rapporto tra uomo e donna. Le loro dimostrazioni d’affetto sono però distaccate e prive di qualsiasi sentimento, nascosti dalla tenda e dalle braccia. Proprio per questo motivo non si può pensare a questo quadro come emblema dell’amore, piuttosto come manifesto sul modo di percepire tale emozione da parte di Munch.

Gustav Klimt, “Il bacio”, 1907-08.

Al centro del quadro abbiamo la rappresentazione di un uomo chino sulla sua amata inginocchiata, intento a baciarle il volto bellissimo. La grande naturalezza dei movimenti e il realismo delle parti nude dei corpi si oppongono alle vesti e allo sfondo, privi di profondità, esclusivamente ornamentali, con disegni geometrici in inserti dorati. L’abbraccio dell’uomo, la mano della donna che accompagna quella di lui e l’abbandono di lei evocano tenerezza e calore, in un momento di effusione spirituale e di sicurezza.

Pablo Picasso, “Il bacio”, 1925.

Picasso torna alla selvaggia violenza della passione primitiva, con i due volti che vanno a confondersi e a diventare uno tra uomo e donna, fondendosi in un bacio carico e pieno.

Quello che ha ottenuto, quindi, è un momento estremamente aggressivo: gli sguardi fanno pensare che questi due innamorati abbiano escluso la mente dal loro intreccio di anima e spiritualità, un amore che va oltre l’aspetto. L’arte di Picasso è complicata da interpretare e potrebbe risultare una meraviglia oppure un completo fiasco agli occhi di chi la guarda: o la si ama, o la si odia.

Roy Lichtenstein, “Bacio”, 1962.

L’autore è noto per lo stile fumetti e la rappresentazione della quotidianità umana, come in questo “Bacio”. Dal ciclo Kiss V abbiamo molte opere ritrovate per il mondo, in stile pop art americana. Queste hanno come protagonisti due giovani che si struggono nell’amore provato nello stare vicini. I colori sgargianti sprigionano anche in noi felicità, la stessa che i due provano in questo abbraccio dalle varie interpretazioni.

Vi consiglio di guardare anche il resto delle sue opere legate al bacio e noterete con stupore quante ipotesi si possano fare dietro a questo gesto: i due si siano appena ritrovati? Si devono dire addio? Hanno subito qualcosa di triste o di gioioso? Tocca a noi scegliere che significato dare a questo bacio.

Alfred Eisenstaed, “Il bacio della vittoria”, 15 agosto 1945.

Nel cuore di New York, a Time Square, i cittadini americani festeggiano in strada la fine della Seconda guerra mondiale, terminata con la resa del Giappone. Tra la folla viene immortalato l’emblematico e improvviso bacio tra un marinaio e un’infermiera. 

Al termine di questa piccola galleria d’arte sul bacio, vi faccio un invito: siate capaci di cogliere l’amore alla sprovvista, specialmente in questo giorno che gli è stato dedicato. L’arte non è bella perché fatta bene e con cura, bensì perché ha qualcosa da raccontare e trasmettere agli altri. Ho voluto portarvi la bellezza, la passione e la tenerezza dietro un bacio, ma allo stesso tempo il disinteresse e la poca confidenza che può nascondere. Ricordatevi che “un bacio è un apostrofo roseo fra le parole tamo”(cit. Bergerac). In conclusione, condivido con voi degli scatti fatti da me a delle statue che si trovano all’interno di Castel Sant’Angelo, a Roma.

Maria Francesca Chelaru

Maria Francesca Chelaru

Ciao, sono Francesca e ho 20 anni. Al momento studio presso il liceo artistico audiovisivo Rossellini, ma in un futuro vorrei diventare insegnante di lettere o giornalista.

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