Alle volte tornava,
si presentava con un mazzo di fiori o una bottiglia di vino.
Non sapevo mai da che viaggio tornasse
non che me ne importasse veramente.
Tornava a casa,
non la sua casa, la mia casa.
Per lui non era mai stata casa quella,
era sempre stato un luogo con quattro mura e un tetto,
in mezzo a un campo verde ed immenso.
Non era strano che se andasse,
o forse sì, ma non per noi.
Chissà se agli occhi di altri,
insieme noi due sembravamo un unico amore,
me lo domandavo spesso quando tornava.
Io non lo amavo, e lui non amava me,
non eravamo anime gemelle,
eravamo anime corrose dalla stessa sostanza;
ci intendevamo per esperienza,
ci amavamo per paura che ci saremmo persi.
Ma il nostro non fu mai quell’amore di cui si parla nei libri,
nemmeno lontanamente lo sarebbe mai stato.
Io avevo i miei campi verdi,
la mia brezza autunnale che soffiava verso sera,
avevo i miei libri
e l’odore della foresta che circondava i campi.
Lui aveva un mondo a me sconosciuto,
di cui non mi importava nulla.
Alla fine non tornò più,
magari comprese il male che faceva,
rivedere nei nostri occhi il passato,
che insieme avevamo trascorso in quella casa.
Non so perché io non me ne andai mai,
e non so perché lui era partito,
ma alla fine andava bene così perché entrambi continuammo ad esistere in due mondi separati e a coesistere nei nostri cuori.
Magari un giorno tornerà e mi racconterà dei suoi viaggi,
o magari quella fresca sera di autunno fu l’ultima volta che ci vedemmo,
e io non gli dissi nemmeno addio.
Ma va bene così, affideremo le nostre anime al destino,
E ne vivremo le scelte.
Bravissima Europa quindi domani ci vediamo allo spizio???
Una storia toccante che fa riflettere. Molto interessante e originale. Bravissima
Brava Europa tocchi il cuore come pochi. ❤️
Emozionante, brava Europa