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La fiaba di Mignolina – modernizzata!

da 29 Apr 2021Creazioni0 commenti

C’era una volta, una donna dagli occhi azzurri e l’aspetto maturo che desiderava tanto una bambina. In vita rimase vedova molto giovane, ma decise di non risposarsi. Cercò di adottare una figlioletta, ma le agenzie non erano state disposte a cederle l’affidamento genitoriale.

Un giorno le arrivò un messaggio promozionale di un’applicazione chiamata “Mignolina” e, incuriosita, la scaricò. Dal telefono uscì fuori una piccola creatura dalle sembianze di una bambina, vestita di un abito di petali di girasole. I capelli biondi coprivano leggermente gli occhi azzurri, che fissavano curiose la signora davanti a sé.

«Siete voi la signora che mi ha chiamata? Io sono Mignolina, la bambina dei tulipani, anche se ora sono stata vestita da girasole…», commentò in un risolino. La donna, sbigottita, si chiese come fosse possibile. 

«Io vivo dentro questa scatolina, ma se fossi così gentile da darmi un letto nuovo, te ne sarei grata!», disse nuovamente, indicando il telefono. Così, la donna prese il guscio di una noce e lo trasformò in un lettino, con una nuvoletta di cotone come cuscino e un frammento del suo fazzoletto come coperta. Dopodiché, appoggio il lettino sullo schermo del telefono e lo vide essere assorbito all’interno, assieme alla creaturina. La donna spense le luci e andò anche lei a dormire.

Se rimanessimo nella casa, non succederebbe nulla, quindi è meglio spostarsi all’interno del telefono, in uno spazio completamente bianco, senza pareti o finestre, dove dormiva la nostra piccola Mignolina.

D’un tratto un ammasso di pixel verdi, che forse era un rospo, irruppe nella stanza candida e guardò la piccola, mentre dormiva. Pensò che sarebbe stata perfetta per suo figlio e la prese con sé, iniziando a correre lungo il sentiero di codici gialli.

Poi prese una stradina e arrivò a un’immagine di un lago, dove si trovavano delle ninfee. La poggiò su una grande foglia e la lascio in mezzo allo specchio d’acqua, andando a dormire. Mentre il rospo andava via, un pesce scorse la bella Mignolina e, trovando ingiusta la bravata dell’altro animale, la liberò, recidendo il fusto della foglia. Così, la corrente portò la piccola fino a un fiume emissario, che la fece viaggiare per molto, prima di svegliarsi con il rumore di un fastidioso coleottero.

Questo voleva prenderla in sposa e continuava a darle fastidio, per cercare di prenderla e portarla via. Mignolina, spaventata, iniziò a urlare e dimenarsi, mentre l’insetto riusciva, lentamente, a strapparla dalla sua barchetta. Da quelle parti, per fortuna, c’era una bellissima farfalla, che era lo sceriffo di quella zona e, mettendo paura al coleottero, riuscì a salvare la creaturina. Sorvolando l’invisibile confine, arrivando di nuovo a una valle di codici colorati, incontrò un virus che mangiò le ali al lepidottero e fece cadere la piccola su una distesa di numeri verdi in continuo movimento.

Dall’alto iniziarono a scendere altri numeri, che erano inspiegabilmente freddi e tutto, d’un tratto, divenne bianco. Mignolina, oltre a tremare come una foglia, rimase incantata dal paesaggio ameno. Iniziò a camminare, stringendosi nel suo vestito giallo, finché non si ritrovo vicino a un altissimo muro viola e nero. Poggiò una mano su questo e venne teletrasportata in un enorme spazio blu.

«Tu che ci fai qui?», chiese una voce bassa. Mignolina sussultò e guardo l’ammasso di quadratini corvini di fronte a lei. L’affare le disse di seguirla e così fece, osservando ingenua il paesaggio cobalto. Arrivarono a un altro muro nero e viola e lo attraversarono. La creatura fuligginosa divenne una talpa con gli occhiali, che le sorrise cordiale. La piccola rimase a guardarla e chiese se anche lei avesse avuto intenzione di darla in sposa a qualcuno.

Per fortuna, scoprì che l’animale non era interessato a farla maritare, quindi prese un bel respiro e si calmò. La talpa portò Mignolina nella sua casa e la fece accomodare in un lettino grande abbastanza da riuscire a contenerla.

I giorni passarono e la creaturina iniziò ad ambientarsi nella casa, finché un giorno non scoprì una galleria e non decise di percorrerla. Arrivata a quella che sembrava essere la fine, trovò una rondine con l’ala spezzata. La guardò a lungo, sentendo il suo cuore appesantirsi e le lacrime bagnare la sua guancia. Si promise che l’avrebbe aiutata e così fece.

Di nascosto, Mignolina correva con le coperte e un po’ di cibo in mano, perché l’inverno si faceva sentire e non voleva che la sua nuova amica stesse male. Continuò a tornare e un giorno sentì la rondine sussurrare un lieve “grazie”, mentre stava per tornare a casa. Una sera, udì la talpa parlare con un suo vecchio amico, un topo, e scoprì che stava tramando di farla sposare con quello all’arrivo della primavera. 

Mignolina si sentì tradita e corse a piangere in camera sua. La mattina seguente tornò dalla rondine singhiozzando e udì un lieve “perché piangi?”, che la fece sorridere. Abbracciò la rondine e le raccontò la storia, confessando le sue paure e il suo sdegno. La rondine la coprì con l’ala sana e rimase ad ascoltarla, finché non smise di piangere.

Nelle settimane seguenti la rondine guarì completamente e, senza salutare la creaturina, volò via dal buco che ebbe creato. Mignolina ci rimase male, quando non la vide, ma si ricordò di tutte le volte che l’aveva ascoltata e ringraziata e non poté essere triste. Provò più volte a scappare, ma il gelo dell’inverno non le permise di andare molto lontano.

Presto arrivò la primavera assieme al giorno del matrimonio, in cui Mignolina era stata vestita con un abito cucito dalla talpa. Si avvicinava al futuro marito, quando una pallina di quadratini marroni colpì in pieno il topo. Poco dopo una rondine, arrivò lì e Mignolina la riconobbe all’istante. Trattandosi della sua amica, le salì sulla schiena e volò fuori dal muro nero e viola.

Volarono lungo lo spazio blu, dove Mignolina scorse altri muri neri e viola e realizzò che ce n’erano a centinaia. Oltrepassando uno di questi, arrivarono a prato di tulipani dove altre rondini lanciavano palline di fango contro una diga che stava per cedere. D’un tratto la piccola si scostò un poco cadendo dalla rondine.

Mignolina spalancò di colpo gli occhi, trovandosi nel suo lettino, fatto dal guscio di una noce, un po’ di cotone e un pezzo di stoffa piccolissimo. La signora dagli occhi azzurri che le stava vicino le sorrise, tranquillizzandola, e le disse di tornare a dormire.

Aleksandra Babis

Aleksandra Babis

«Volai nel cielo senza mai cadere», scriveva il libro, mentre la ventenne lo chiudeva, sorridendo al cielo.  Aleksandra, nata in Polonia, è una studentessa di Lettere moderne presso l'Università statale di Pisa, che tende ad avere dei picchi di cinismo e follia, quando poggia la penna sulla carta. Lasciate ogne speranza o voi ch'intrate.

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